Le case dei fantasmi

Un documentario racconta i luoghi italiani abbandonati dove si dice vivano gli spettri

Su Repubblica Paolo Rumiz scrive oggi del documentario di Alessandro Scillitani “Case abbandonate, sui paesi italiani abbandonati che si dicono abitati da fantasmi.

Il vecchio Tonino Guerra sapeva che vicino a casa sua, a Marecchia in Romagna, c’era un casolare dove sessant’anni prima era passato Ezra Pound. Lo scrittore ci andò, la trovò in rovina, ma provò a entrare lo stesso. L’idea di gettare la propria ombra su quei muri per farli rivivere lo attirava irresistibilmente. Il pavimento della prima stanza era sfondato, riuscì a passare rasente ai muri. La porta della seconda era aperta e dentro si vedeva chiaramente una sedia. Ebbene, su quella sedia, racconta Guerra, c’era un’ombra. Il vecchio Pound, il poeta, seduto di spalle. Inconfondibilmente lui. Le case abbandonate hanno spesso uno spettro che le abita. E poiché l’Italia ha più case abbandonate di qualsiasi altro paese del Mediterraneo – un migliaio di villaggi, più case sparse, che potrebbero contenere la popolazione di Roma e Milano insieme – è probabile che qui si registri anche la massima densità di spettri d’Europa. Bambini che gridano in fondo ai pozzi, ombre di donne abbandonate nel solaio, partigiani torturati, vittime di fatti di sangue. Storie vere, ma più spesso inventate, o trasfigurate, per motivare un abbandono recente, altrimenti inspiegabile.
Che pensare se non storie lugubri davanti a una villa piena di ragnatele che contiene ancora armadi, posaterie, quadri, bicchieri, lettere d’amore? Che dire di un paese abitato da cani e pipistrelli dove la vita sembra essersi interrotta per un maleficio, in assenza di catastrofi come guerre, incendi o terremoti? Parla di questo il documentario “Case abbandonate” di Alessandro Scillitani, che stasera sarà proiettato in anteprima al cinema “Al Corso” di Reggio Emilia, nell’ambito della Biennale del paesaggio. Non un semplice inventario di rovine, ma una galleria di leggende, racconti noir e apparizioni spesso sinistre che abitano il paesaggio dell’italica incuria.

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