Arrestato un colonnello dei Carabinieri a Bolzano
Luigi Verde avrebbe fornito la propria collaborazione per il trasporto di droga gestito da due cosche della 'ndrangheta
Luigi Verde ha 57 anni, è colonnello dei Carabinieri e fino a questa mattina era in servizio presso la Legione di Bolzano. Verde è stato fermato dagli agenti della Guardia di Finanza e dai Carabinieri nell’ambito di una operazione che ha portato all’esecuzione di circa ottanta provvedimenti disposti dalla Direzione distrettuale dell’Antimafia di Catanzaro.
Nell’abitazione di Verde le forze dell’ordine hanno trovato armi da guerra ed esplosivo. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, il colonnello avrebbe fornito la propria collaborazione per il trasporto di droga per conto di una organizzazione criminale che faceva capo alle cosche Muto e Chirillo della ‘ndrangheta. La base operativa si trovava a Cetraro, il paese nella provincia di Cosenza sulla costa tirrenica dove è particolarmente attivo Muto, definito il “re del pesce”.
Ai fermati è stata contestata l’associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga e armi, ma a quanto si apprende al momento Verde sarebbe stato fermato per altri presunti reati dai suoi stessi colleghi. Il colonnello è a capo dell’ufficio logistico della Legione e occupa un appartamento di servizio all’interno della stessa caserma di viale Drusio a Bolzano.
Luigi Verde ha già qualche precedente. Nel 2003 l’uomo fu assolto a Sondrio dall’accusa di omessa denuncia e falso ideologico. Tra il settembre del 1999 e l’autunno del 2001, Verde ricoprì l’incarico di comandante provinciale dei Carabinieri di Sondrio. Secondo l’accusa, ricorda l’Alto Adige, in quel periodo il colonnello avrebbe ritardato il più possibile la denuncia di un suo sottoposto, che pare avesse tenuto per sé una somma di denaro ottenuta in prestito dalla Banca Popolare di Sondrio per una serie di indagini che non furono mai attivate dalla magistratura.
Per Verde il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Il giudice aveva però accolto le tesi della difesa, assolvendo l’imputato ora fermato per i presunti rapporti con le due cosche della ‘ndrangheta.
Oltre al Trentino Alto Adige, l’operazione contro l’organizzazione criminale è stata condotta anche in Calabria, in Emilia e in Veneto.