Che fine ha fatto il libro di Veltroni?
L'ex segretario del PD aveva annunciato la pubblicazione di un libro, "Rivoluzione democratica"
Nei giorni di attivismo veltroniano che portarono alla pubblicazione del cosiddetto “documento dei 75”, poi diventati 76, si parlò dell’imminente uscita di un libro dal titolo “Rivoluzione democratica”, scritto appunto da Walter Veltroni insieme al giornalista Andrea Garibaldi. Il libro avrebbe dovuto essere “un tassello della strategia” di Veltroni, scriveva Repubblica, e avrebbe dovuto rappresentare il manifesto di quel Movimento Democratico presentato in questi giorni in giro per l’Italia.
A un certo punto il libro è stato ritirato. Su internet si trovano ancora le schede – qui su Feltrinelli, qui su Amazon – ma la pubblicazione è stata sospesa e quindi il libro non uscirà, almeno per un po’. Oggi Francesco Cundari sul Foglio affronta “il mistero del libro scomparso”.
La storia è piena di rivoluzioni abortite, tradite o lasciate a metà. Il caso della “Rivoluzione democratica” veltroniana e del libro omonimo che proprio in questi giorni avrebbero dovuto sconvolgere il mondo, le classifiche della saggistica e i vertici del Pd, tuttavia, è piuttosto singolare. Innanzi tutto, perché mai rivoluzione – abortita, tradita o dimenticata che fosse – fu abortita, tradita e dimenticata più in fretta. E in secondo luogo perché il suo manifesto, il libro-intervista con il giornalista del Corriere della Sera Andrea Garibaldi, non solo era stato già consegnato all’editore – che da parte sua ne aveva già fatto un’interessantissima sintesi per la quarta di copertina, ancora reperibile sul sito della Feltrinelli – ma oltre due mesi fa era stato pure annunciato sulla stampa. L’aspetto veramente singolare della vicenda, però, è che quegli stessi quotidiani che ne avevano annunciato l’uscita (con l’eccezione del Riformista), non vedendolo uscire, nemmeno per riguardo ai propri lettori si siano sognati di chiederne notizie all’autore, che pure hanno continuato a intervistare assiduamente.
Il convegno veltroniano di ieri, dal dirompente titolo “Più Italia, più coraggio”, con Beppe Fioroni e Marco Follini, Sergio Chiamparino e Paolo Gentiloni, sembra confermare l’impressione che la rivoluzione non abbia avuto miglior sorte del libro. Annunciato non per caso negli stessi giorni in cui usciva il famoso documento anti-Bersani sottoscritto da 76 parlamentari del Pd, perfidamente ribattezzato dalla stampa come il documento degli Oni-oni (Fioroni-Gentiloni-Veltroni), il libro doveva essere il manifesto del nuovo movimento. Quel “Movimento democratico” che nel convegno di ieri ha celebrato il suo atto di nascita, con ogni evidenza, più perché era troppo tardi per abortire che per amore: perché una cosa è bloccare l’uscita di un libro di cui detieni i diritti, e un’altra bloccare la nascita di una corrente, con tutte le persone che hai spinto a esporsi con te.