Ma il turismo in Messico?
Nonostante sparatorie e rapimenti, sembra andare bene: il Messico è il decimo paese più visitato al mondo
Abbiamo raccontato ormai decine di volte la situazione in Messico, dove solo negli ultimi quattro anni la guerra alla droga ha fatto quasi 30mila vittime tra membri delle forze dell’ordine, civili e narcotrafficanti, che spesso si uccidono tra di loro in una battaglia tra cartelli rivali che si contendono le rotte della droga. Oltre alle frequenti notizie di sparatorie, rapimenti e ritrovamenti di cadaveri (a volte decapitati, marcati o impiccati pubblicamente), ultimamente è arrivata anche qualche buona notizia, come gli arresti di tre boss dei narcotrafficanti tra cui quello di Tony Tormenta, il leader di uno dei cartelli più potenti.
“Sole, mare e teste mozzate: il Messico non è una vacanza per i deboli di cuore”, attacca un articolo dell’Economist, chiedendosi quanto le violenze interferiscano con il turismo, una delle industrie più importanti per l’economia messicana, che conta circa un decimo delle entrate dello stato. Nonostante la situazione instabile, l’Economist scrive che in questi anni le persone che decidono di andare a fare una vacanza in Messico non sono diminuite, anzi. Dopo l’annata buia del 2009 — dovuto però alla febbre suina — quest’anno il numero di turisti ha quasi raggiunto il numero record del 2008, 22,6 milioni. Lo scorso agosto è stato il miglior mese di sempre e, anche non considerando i 50 milioni di turisti che lo visitano per un giorno solamente, il Messico rimane il decimo paese con più turisti al mondo.
Le motivazioni principali sono soprattutto due: l’abbassamento dei prezzi, in particolare degli alberghi, di circa il 5 per cento rispetto al 2008, e la tranquillità che si può ancora trovare in buona parte dei siti turistici più visitati. La guerra alla droga è intensa soprattutto al nord, vicino al confine con gli Stati Uniti, mentre è molto più flebile, se non assente, nel sud del paese. Lo Yucatán, celebre per le rovine Maya, è un luogo completamente immacolato dalla guerra alla droga, e anche la città ideale per le lune di miele, Cancún, è sicura, nonostante l’attacco di agosto avvenuto nell’area residenziale della città.
Luoghi turistici colpiti dagli scontri con i narcos però esistono. Acapulco, una delle destinazioni più gettonate, ha subito diversi attacchi tra sparatorie e rapimenti; solo tre settimane fa sono stati ritrovati diciotto cadaveri in una fosse comune, identificati come quelli di venti turisti rapiti in settembre. Lo stato in cui si trova Acapulco, Guerrero, è tra i più violenti di tutto il Messico, con un numero d’omicidi alto venti volte quello dello Yucatán. Puerto Peñasco, una località di villeggiatura che ambisce a diventare la prossima Cancún, si trova anch’essa in un’area pericolosa. Il governo sta cercando di limitare i danni, costruendo nuove autostrade che renderanno più veloce e sicuro attraversare il paese. Si sta poi tentando di animare la vita notturna per riuscire ad aumentare i guadagni, comunque diminuiti per gli abbassamenti dei prezzi.
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