Lo sciopero del Portogallo
La protesta contro i tagli del governo, che punta a ridurre il deficit senza ricorrere agli aiuti di Bruxelles
Oggi il Portogallo è bloccato da uno sciopero generale contro le misure con cui il governo vuole combattere la crisi economica. Il premier Jose Socrates ha detto che gli interventi serviranno ad abbassare il deficit del paese dal 7,3 al 4,6 percento ed eviteranno di ricorrere ai piani di aiuto finanziario dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, come hanno già fatto Grecia e Irlanda.
Il programma del governo prevede tagli agli stipendi dei dipendenti del settore pubblico, tagli alle pensioni e innalzamento delle tasse. Lo sciopero è stato indetto dai due maggiori sindacati del paese – il Cgtp e l’Ugt – come non succedeva dal 1988, e sta colpendo soprattutto il settore dei trasporti: l’80 percento dei treni sono fermi e quasi tutti i voli sono stati cancellati. Gli ospedali garantiscono soltanto i servizi minimi. Il voto definitivo sulla manovra finanziaria è previsto per venerdì, l’opposizione ha annunciato che si asterrà.
Negli ultimi dieci anni il Portogallo non è riuscito a crescere come previsto dagli standard dell’Unione Europea. BBC scrive che la crescita del Portogallo è stata molto rallentata dalla competizione con i mercati asiatici – soprattutto con la Cina – in alcuni settori chiave dell’economia del paese, specialmente quello del tessile e delle calzature.