Anche a Londra protestano gli studenti
Manifestazioni e qualche tafferuglio a Londra in un'altra giornata di protesta degli studenti
In Gran Bretagna si stanno tenendo una serie di manifestazioni studentesche, dopo quelle di due settimane fa, per protestare contro la proposta del governo di triplicare le tasse, già piuttosto alte, e nel contempo tagliare i finanziamenti destinati alle università. I leader degli studenti hanno detto che 30 mila studenti hanno partecipato alle manifestazioni.
In alcune zone della città le manifestazioni hanno provocato scontri tra studenti e polizia. Vicino al parlamento è stata attaccata una camionetta della polizia. Nella stessa zona ci sono stati vari tafferugli, alcuni piccoli incendi e lanci di oggetti verso le forze dell’ordine, che cercavano di contenerli. Un altro punto particolarmente caldo era quello nelle vicinanze della sede del partito liberaldemocratico: i manifestanti lo accusano di non aver tenuto fede alla promessa di non aumentare le tasse universitarie, fatta durante la campagna elettorale. Il leader del partito e vicepremier, Nick Clegg, ha commentato così.
Nella politica come nella vita, odio fare delle promesse e scoprire poi di non essere in grado di mantenerle. Abbiamo fatto una promessa che non possiamo mantenere, perché non abbiamo vinto le elezioni. Facciamo parte di una coalizione, e questo comporta dover fare alcuni compromessi.
I manifestanti si sono concentrati soprattutto a Whitehall, la strada di Londra che porta verso la piazza del parlamento. Diversi gruppi di manifestanti, a volto coperto, hanno tentato più volte di sfondare il cordone dei poliziotti, senza riuscirci. Poi ci sono anche un sacco di studenti che protestano pacificamente. Migliaia di questi hanno sfilato in vari cortei in tutto il paese, oggi: a Manchester, Liverpool, Sheffield, Bristol, Southampton, Oxford, Cambridge, Leeds, Newcastle, Bournemouth, Cardiff, Glasgow e Edimburgo.
La legge britannica prevede che al momento dell’ammissione in un’università, ogni studente riceva un prestito dallo Stato per pagare il vitto, l’alloggio e le tasse universitarie, che sono proporzionate al reddito e arrivano al massimo a tremila sterline. Alla fine del corso di studi gli studenti restituiscono i soldi allo Stato con un sistema chiamato income contingent: in sostanza lo Stato chiede indietro i soldi solo nel momento in cui l’ormai ex-studente gode di un reddito adeguato alla restituzione del prestito, più o meno intorno alla media nazionale. Se la proposta dovesse diventare legge, le tasse universitarie e quindi l’ammontare di questi prestiti aumenterebbe fino a novemila sterline.