«Non escludiamo possibili vittime»
A quattro giorni dall'incidente, le operazioni di recupero dei 29 minatori non sono ancora iniziate per il timore di nuove esplosioni
A distanza di quattro giorni dall’esplosione che ha intrappolato 29 minatori nella miniera Piker River Coal, le autorità neozelandesi hanno parlato per la prima volta di possibili vittime. Le operazioni di soccorso non sono ancora entrate nel vivo a causa della grande quantità di gas che ha saturato alcune gallerie. La miniera non è al momento sicura a sufficienza per consentire l’intervento di una squadra e si temono nuove esplosioni dovute all’accumulo dei gas.
Lo scavo di un piccolo pozzo dal diametro di 15 centimetri verso l’area in cui si suppone possano trovarsi i minatori à quasi del tutto completato. Il pozzetto servirà per ispezionare alcuni tunnel e rilevare con maggiore precisione la concentrazione di gas, il principale ostacolo per l’avvio dei soccorsi. Attraverso il pozzo sarà calato anche un piccolo robot solitamente utilizzato dagli artificieri per disinnescare a distanza gli ordigni esplosivi. Il dispositivo permetterà di effettuare anche alcune riprese per valutare le condizioni della miniera.
Il lavoro di perforazione per completare lo scavo del pozzo è rallentato sensibilmente nelle ultime ore: gli esperti vogliono procedere con tutte le cautele del caso perché potrebbe bastare una scintilla per innescare una nuova esplosione, con conseguenze imprevedibili per i minatori imprigionati là sotto. Tra completamento del pozzetto e rilevazioni, i tempi prima di avviare le operazioni di recupero potrebbero allungarsi ulteriormente riducendo le speranze di trovare in vita i minatori, ammesso lo siano ancora.
I 29 uomini intrappolati là sotto da venerdì non hanno avuto alcuna possibilità di comunicare con l’esterno. Il telefono cellulare di uno dei minatori aveva campo e i soccorritori hanno provato a farlo squillare, senza però ricevere alcuna risposta. Il più giovane del gruppo ha 17 anni mentre il più anziano ne ha 62. I responsabili dei soccorsi sperano che i 29 siano riusciti a raggiungere uno dei rifugi nei quali sono disponibili ossigeno e acqua per garantire la sopravvivenza per qualche giorno.
I familiari dei minatori si sono raccolti all’esterno della miniera e seguono con apprensione i tentativi di soccorso, in attesa dell’inizio delle operazioni di recupero vero e proprio. La Piker River Coal si trova a circa 50 km di distanza da Greymouth, uno dei principali centri abitati della costa occidentale dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda.