Come sarà la nuova NATO
La nuova strategia dell'Alleanza atlantica, in un mondo molto diverso da quello che la vide nascere
La NATO (dall’inglese North Atlantic Treaty Organization) è un’organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa, nata come alleanza tra i paesi a economia capitalista in contrapposizione a quelli a economia socialista, all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale. I paesi membri della NATO considerano un attacco a un altro paese membro come un attacco a loro stessi, impegnandosi ad assistere le parti attaccate “prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l’uso della forza armata”. Il trattato istitutivo dell’alleanza, il Patto Atlantico, fu firmato a Washington nel 1949.
Con la fine del comunismo e l’esaurirsi della minaccia sovietica, la NATO ha dovuto anno dopo anno ricalibrare il suo ruolo e la sua identità. Nel 1997 tre paesi ex comunisti – Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca – vengono ufficialmente invitati a unirsi all’alleanza, e due anni dopo la NATO si impegna per la prima volta in una campagna militare, in Kosovo. Nel 2002 avvia un programma di collaborazione con la Russia, che nel frattempo vede però con nervosismo l’avvicinarsi alla NATO di paesi storicamente nella sua area di influenza, come Estonia, Lettonia, Ucraina, Slovacchia. Nel 2004 questi paesi entrano ufficialmente, insieme a Bulgaria, Lituania, Romania e Slovenia.
Ieri si è concluso a Lisbona un vertice tra i capi di stato e di governo dei paesi che compongono l’alleanza, un vertice considerato uno dei più importanti della storia dell’alleanza. Si è discusso molto del ritiro dall’Afghanistan e dello scudo antimissile, e i paesi membri hanno approvato un nuovo concetto strategico, un nuovo principio guida, che si sostituisce al precedente e riflette le necessità di un mondo ben diverso da quello degli anni Cinquanta: una lezione che i paesi membri hanno imparato quando si sono trovati a impegnarsi militarmente per la prima volta non durante la Guerra fredda bensì alla fine degli anni Novanta, in Kosovo; e quando si sono appellati all’articolo 5 del trattato di difesa comune – quello per cui un attacco a un paese membro è un attacco a tutti i paesi – non durante la Guerra fredda bensì all’indomani degli attentati terroristici dell’11 settembre del 2001.
Il documento finale del nuovo concetto strategico è questo, e il suo scopo è far diventare la NATO “più agile, più capace e più efficiente”. Di fatto, comprende e contempla tutta una serie di questioni che sessanta anni fa non erano semplicemente nell’agenda politica internazionale: la necessità di difendere i paesi membri non solo da attacchi convenzionali ma anche da attacchi non convenzionali, con esplicito riferimento agli attentati terroristici. La difesa dai cyberattacchi, la lotta al narcotraffico e alla pirateria internazionale. Lo scudo antimissile, sul quale negli scorsi anni la Russia e la NATO hanno più volte polemizzato. Questa è la premessa del documento, tradotta in italiano.
Noi, i capi di stato e di governo dei paesi membri delle NATO, siamo convinti che la NATO debba continuare a giocare il suo ruolo unico ed essenziale nell’assicurare difesa e sicurezza comuni. Questo Concetto Strategico guiderà una nuova fase della NATO, così da continuare a essere efficace in un mondo che cambia, contro nuove minacce, con nuovi strumenti e nuovi alleati.
– riconferma il legame tra le nostre nazioni per difendersi l’un l’altra da qualsiasi attacco, compresi quelli diretti alla sicurezza dei nostri cittadini
– impegna l’alleanza a prevenire le crisi, gestire i conflitti e stabilizzare le situazioni post-conflitti, lavorando a stretto contatto con i nostri partner internazionali, tra tutti le Nazioni Unite e l’Unione Europea
– offre ai nostri partner in tutto il mondo maggior coinvolgimento politico con l’Alleanza, e un ruolo sostanziale nel contribuire alla definizione del profilo delle missioni militari guidati dalla NATO a cui contribuiscono
– impegna la NATO a raggiungere l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari, ma conferma ancora una volta che finché ci saranno armi nucleari nel mondo, la NATO rimarrà un’alleanza nucleare
– riafferma il nostro fermo impegno a tenere aperte le porte della NATO a tutte le democrazie europee che rispettano gli standard richiesti per diventare membri, perché l’allargamento dell’alleanza contribuisce al raggiungimento di un’Europa unita, libera e in pace
– impegna la NATO a riformarsi continuamente, così da diventare più efficace, efficente e flessibile, così che i cittadini che contribuiscono con le loro tasse ottengano la miglior sicurezza possibile per il denaro che investonoI cittadini dei nostri paesi si affidano alla NATO perché difenda le nazioni alleate, schierando eserciti forti e robusti quando e dove è necessario per la nostra sicurezza e per promuovere sicurezza ovunque nel mondo. Mentre il mondo sta cambiando, la missione essenziale della NATO rimane la stessa: far sì che l’alleanza rimanga una ineguagliabile comunità di libertà, pace, sicurezza e valori condivisi.