I rapporti complicati tra la Chiesa cattolica cinese e il Vaticano
Domani Guo Jincai sarà ordinato vescovo nonostante l'opposizione del Vaticano
La chiesa cattolica cinese ha comunicato che procederà alla nomina dei suoi vescovi anche senza l’approvazione del Vaticano. Il reverendo Guo Jincai sarà ordinato domani a Chengde, una città nel nordest della provincia di Hebei. Il regime comunista di Pechino costrinse nel 1951 la chiesa cattolica cinese a tagliare i rapporti con il Vaticano, trasformandola di fatto in una specie di culto autonomo dalla sovranità papale: in Cina il culto è ufficialmente consentito solo nelle chiese approvate dal governo. Nonostante questo, secondo le stime più recenti i cinesi cattolici fedeli al Papa sarebbero ormai sessanta milioni, tre volte il numero di quelli affiliati alla chiesa riconosciuta ufficialmente dal governo.
Il New York Times scrive che negli ultimi anni le relazioni tra la chiesa cinese e il Vaticano sono migliorate notevolmente grazie all’intervento di Ratzinger. E che molte nomine decise in Cina sono state accettate dal Vaticano senza che si scatenassero nuove dispute. In questo caso, però, Guo sembra non avere l’approvazione di Papa Benedetto XVI. E il Vaticano ha comunicato di essere «molto infastidito» dal fatto che alcuni vescovi fedeli a Roma saranno comunque costretti da Pechino a partecipare alla cerimonia della sua investitura. Quindi ha avvertito la Cina che il processo di riconciliazione potrebbe arrestarsi bruscamente se davvero sceglieranno di andare avanti.
Il vicepresidente dell’Associazione Cattolica Cinese, Liu Bainian, ha detto che la cerimonia si svolgerà domani come previsto, visto che il Vaticano era stato informato della scelta di Guo Jincai già due anni fa e che la comunità di Chengde ha bisogno di un vescovo. «Una diocesi cattolica non può restare senza vescovo, altrimenti non è in grado di diffondere il Vangelo», ha spiegato «e non dovremmo lasciare che motivi politici interferiscano sulla necessità di diffondere il Vangelo in Cina». Poi ha aggiunto che la chiesa cattolica cinese sta programmando di nominare a breve altri quaranta vescovi e che spera che il Vaticano sceglierà di riconoscerli. Secondo Liu, infatti, Ratzinger continuerebbe ad avere un atteggiamento molto positivo nei confronti delle istituzioni cattoliche della Cina e che sarebbero soltanto alcuni rappresentanti del Vaticano a ostacolare questo processo di riavvicinamento.