Mario Orfeo difende il Tg2 su Newsweek
Il direttore dà la sua versione su quello che il Tg2 non ha raccontato: il Post ringrazia e non gli crede
Mario Orfeo, direttore del Tg2, ha scritto al direttore del Post una gentile replica all’articolo sul servizio che il Tg2 ha dedicato ieri sera a come l’Italia è descritta nel nuovo numero di Newsweek, e che secondo il Post eludeva le pesanti accuse del giornale al maschilismo berlusconiano.
Caro Luca, in merito al vostro articolo sul Tg2 che spiega Newsweek sull’Italia qualche precisazione/considerazione: mi pare che già fare quel servizio, e farlo egregiamente come ha fatto Tommaso Ricci, serviva a segnalare un’anomalia e non a ripulire una versione come sostenete voi (non mi pare ieri di averlo visto su altri tg). Non abbiamo citato letteralmente il titolo “Il problema con le ragazze di Berlusconi” ma l’abbiamo fatto vedere diffusamente, cosa che in televisione – mi insegni – ha la stessa (o maggiore) efficacia delle parole, infine il taglio del servizio non voleva essere prettamente politico tanto che sviluppava solo una parte degli articoli del settimanale americano e per questo era collocato in chiusura del telegiornale, voleva essere piuttosto la sottolineatura dell’importanza delle donne italiane riconosciuta anche in America mentre qui da noi si parla più o solo di noemi e ruby. Ma nonostante ciò la presentazione – il lancio in termine tecnico – del conduttore che vi deve essere sfuggito diceva così: “Sulle pagine del settimanale americano Newsweek un articolo molto critico sul presidente del consiglio Berlusconi tesse l’elogio di alcune famose donne italiane”.
Caro Mario Orfeo, sei gentile a scriverci e a dare la tua versione. Non posso fare a meno di notare alcune cose. Non capisco quale “anomalia” fosse segnalata dal servizio, né capisco l’uso dell’avverbio “egregiamente”. Non mi pare un primato quello di avere battuto altri tg su una notizia inesistente (gli americani che apprezzano Sofia Loren e Carla Bruni è una notizia?). Ti confesso che non credo che la stranezza della parziale citazione del titolo di copertina sia compensata da pochi secondi di visione del testo in inglese. Voglio essere del tutto sincero con te: neanche una macchina della verità applicata all’autore del servizio mi convincerebbe che quell’omissione si spieghi così. La tua tesi sull’immagine che ha maggiore efficacia delle parole è strana: implicherebbe che Saviano sarebbe stato più efficace l’altra sera tacendo e mostrando invece dei cartelli con il suo testo scritto, per esempio.
Proseguo nel dare attenzione a ciò che dici: che “il taglio del servizio non volesse essere prettamente politico” è ciò su cui siamo completamente d’accordo, appunto. Ma dire che “sviluppava solo una parte degli articoli del settimanale” è troppa grazia: non ne sviluppava neanche uno, dedicandosi invece solo a una fotogallery del sito di Newsweek, ovvero a niente che sia contenuto nella copia del giornale che era mostrata dal servizio. Il quale giornale, invece parlava solamente del trattamento riservato dal berlusconismo politico e televisivo alle donne. Sulla presentazione del conduttore hai ragione, ma lascio ai lettori di decidere quanto questo dettaglio ribalti il loro giudizio.
Guarda, noi non pretendiamo di dirti se nel tuo telegiornale debba avere più spazio l’opinione internazionale sul nostro governo e sulla nostra cultura maschilista o piuttosto una rinnovata ammirazione per il fascino di Anna Magnani: fai tu. Ma è proprio per stima nei tuoi confronti che non crediamo sia una scelta libera. Buon lavoro, Luca Sofri.
caro Luca, brevissima controreplica che prego di estendere ai lettori del Post: rispetto la tua risposta come l’opinione espressa nel’articolo anche se non la condividevo e ho cercato di spiegarne le ragioni. Discutere e confrontarsi è il sale della democrazia, non mi sottraggo come hai visto. Ma con la stessa stima che io ho nei tuoi confronti devo pensare che quell’ultima riga sulla libertà ti deve essere proprio scappata dal computer (per qualche riflesso pavloviano?). Le mie scelte – giuste o sbagliate – sono tutte libere. Puoi giurarci. Mario Orfeo.
– L’unodue di Newsweek all’Italia berlusconiana
– Il Tg2 spiega Newsweek all’Italia