Il tentato golpe in Madagascar
Un pezzo dell'esercito rivendica il controllo del paese, mentre si vota sulla nuova costituzione
Alcuni ufficiali dell’esercito del Madagascar hanno dichiarato di aver preso il controllo della nazione africana. L’annuncio è stato diffuso dal colonnello ribelle Charles Andrianasoavina, asserragliato con i propri uomini nei pressi dell’aeroporto della capitale Antananarivo. Le autorità del paese ancora fedeli al presidente Andry Rajoelina hanno confermato di voler contrastare il colpo di stato e hanno chiesto ai ribelli di arrendersi prima di passare dalla battaglia di comunicati a uno scontro diretto vero e proprio.
Il nuovo tentato golpe in Madagascar arriva a un anno e mezzo di distanza dall’ultimo colpo di stato avvenuto nel paese. Nel marzo del 2009, il presidente Marc Ravalomanana era stato rovesciato dal sindaco di Antananarivo Rajoelina, un ex dj diventato primo cittadino della capitale nel 2007 quando aveva 33 anni. Ravalomanana si era dimesso in seguito ad alcune sollevazioni popolari e all’intervento dell’esercito che rischiavano di far esplodere una guerra civile. Gli scontri portarono alla morte di alcune centinaia di civili.
Rajoelina divenne uno dei più giovani presidenti africani anche grazie alla collaborazione del colonnello Andrianasoavina, che guidò parte della ribellione dell’esercito contro Ravalomanana. Gli ufficiali dell’esercito ribelli dicono di voler superare l’attuale momento di instabilità politica nel paese, che non permette di risolvere i veri problemi dei cittadini. Stando alle prime informazioni diffuse da Reuters, per le strade della capitale non si sarebbero ancora registrati scontri e anche i mezzi di comunicazione del paese non avrebbero dato particolare rilievo alle prime dichiarazioni di Adrianasoavina.
I militari hanno deciso di dare vita oggi al golpe per boicottare il referendum indetto dal presidente per modificare la costituzione del Madagascar. La nuova legge costituzionale consentirebbe a Rajoelina di rimanere al potere per un tempo non specificato in attesa di una data certa per le nuove elezioni presidenziali, che erano fino a ora previste per i primi mesi del 2011. Un’altra modifica oggetto di referendum consentirebbe di abbassare l’età minima per i candidati alla presidenza a 35 anni dagli attuali 40. Rajoelina ne ha 36 e la modifica sembra essere stata studiata appositamente per lui, anche se fino a ora il presidente non ha confermato di volersi candidare per le nuove elezioni.
Secondo i detrattori, l’iniziativa del referendum sarebbe stata studiata appositamente per legittimare la presidenza di Rajoelina, che di fatto controlla il paese grazie al colpo di stato del marzo 2009. I partiti di opposizione hanno invitato la popolazione a boicottare il referendum, ritenuto una mossa strumentale e dannosa per il paese. Rajoelina è sostanzialmente isolato dalla comunità internazionale e i tentativi di mediazione per trovare un leader legittimato democraticamente dal popolo sono fino a ora falliti.