Lo sciopero della fame di Paola Caruso
La giornalista del Corriere della Sera prosegue la sua protesta, al quarto giorno
Paola Caruso sta facendo uno sciopero della fame da quattro giorni per protestare contro la sua lunga condizione di precariato al Corriere della Sera, e contro la sua mancata assunzione. La storia l’avevamo raccontata qui ed è oggetto da sabato di accese discussioni e numerose solidarietà sul web. Massimo Mantellini aveva analizzato il fenomeno sul suo blog. Stamattina Caruso ha pubblicato questo aggiornamento sul suo blog.
Sciopero della fame, quarto giorno. Inizio ad avere qualche dolore muscolare e sono davvero debole. I parametri vitali sono buoni. Il medico dice che posso arrivare a 7 giorni, al massimo, ma se vede che sto male, mi ricovera. Spero di non arrivare a questo punto.
Leggo oggi la comunicazione di “Senza Bavaglio” a cui ho rilasciato qualche dichiarazione. Non mi è piaciuto il titolo: “Il sindacato non mi ha difeso”. Perché, di fatto, prima della protesta non mi sono mai rivolta al sindacato. Anche l’ultimo virgolettato non è quello che ho affermato. Questo è il motivo per cui non voglio rilasciare interviste: ho paura di sbagliate interpretazioni.
Ieri mi ha chiamato un capo desk che è un amico e mi ha detto: “Mi fai un pezzo?”. Ho risposto: “Ma sono in sciopero!”. E lui: “Lo so. Non puoi farlo lo stesso?” 😀 LOL
Intanto ieri Gianluca Neri, tra i primi a rilanciare sul suo blog Macchianera la protesta di Caruso, ha risposto alle critiche di alcuni che avevano reagito invece con diffidenza, tra i quali Matteo Bordone che ne aveva scritto anche lui sul suo blog e Francesco Costa del Post.
Nel caso non ve ne foste accorti (ed è probabile che non ve ne siate accorti: del resto era il week-end mica per niente), negli ultimi due giorni Macchianera si è autosospeso e ha ridiretto tutto il traffico verso il sito di Paola Caruso.
Paola Caruso, se non ne avete letto nel corso del week-end, non la conoscete. Non la conosco nemmeno io. Per dire che la percezione di quel che è successo non è stata viziata da un’amicizia preesistente.
Quel che è successo è che – in una discussione su Friendfeed che è in seguito stata cancellata dall’autore originale – Paola ha annunciato di avere iniziato uno sciopero della sete e della fame. Provo con la versione corta: lavora al Corriere della Sera da 7 anni, e dal 2007 è una co.co.co annuale con busta paga e Cud. Un giornalista si dimette e Paola, come altri suoi colleghi, pensa sia arrivato il suo momento. Invece no. Al posto del collega che se ne è andato a fondare un giornale online viene piazzata una matricola fresca da scuola di giornalismo. Paola, inizialmente, dice che è stato assunto; il giornale fa sapere che no, non è stato affatto assunto. Paola sostiene che comunque il nuovo arrivato ha accesso al desk, privilegio riservato agli assunti, e si incazza parecchio, forse più dei suoi colleghi: va online e scrive su Twitter e su Tumblr che è stata sorpassata “da un pivello”. Poi annuncia l’inizio dello sciopero della sete e della fame.
Poi accade questo: che una serie di persone presenti nella discussione di Friendfeed di cui vi ho parlato prima si preoccupino per la scelta di Paola. Il problema è che passi lo sciopero della fame, ma quello della sete è molto pericoloso (dopo 48 ore alcuni organi vengono seriamente danneggiati per sempre) e Paola non ha scelto il momento migliore per iniziare quel tipo di protesta: è sabato e, verosimilmente, le redazioni non saranno presidiate fino a lunedì mattina. A quel punto saranno trascorse 72 ore, e addio Paola.
(continua a leggere su Macchianera)