La data di scadenza
Le due camere voteranno le mozioni di fiducia e di sfiducia il prossimo 14 dicembre
Abbiamo una data, intanto. Tra poco meno di un mese – ventotto giorni, per la precisione – la Camera e il Senato saranno chiamate a esprimersi sulla loro fiducia al governo Berlusconi. È questo il risultato dell’incontro di questo pomeriggio tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e i presidenti delle camere, Gianfranco Fini e Renato Schifani.
L’accordo sui calendari del parlamento prevede che la legge finanziaria sarà esaminata nei venti giorni e approvata definitivamente entro i primi dieci giorni di dicembre. La mattina del 13 dicembre il presidente del Consiglio farà le sue annunciate comunicazioni al Senato. Nel pomeriggio comincerà il dibattito alla Camera sulla mozione di sfiducia presentata da PD e IdV. La mattina del giorno dopo, contestualmente, Camera e Senato voteranno le due mozioni: quella della Camera è una mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, quella del Senato è invece una mozione di sostegno al governo presentata dalla maggioranza. Secondo quanto stabilisce la Costituzione, è sufficiente che una delle due camere neghi la fiducia al governo perché questo debba dare le dimissioni. In questo momento Lega e PdL sembrano avere la maggioranza al Senato ma non alla Camera.
Lo stesso giorno, il 14 dicembre, arriverà la sentenza della Corte Costituzionale riguardo la legge sul legittimo impedimento, il provvedimento che ha sospeso i processi a carico del premier consentendogli di non presentarsi in aula nel caso di impegni istituzionali importanti. L’eccezione di incostituzionalità è stata formulata dai giudici del tribunale di Milano che si occupano del processo sul caso David Mills, nel quale Silvio Berlusconi è imputato. Secondo i magistrati milanesi, il legittimo impedimento è in contrasto con il terzo articolo della Costituzione, che prevede l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini e con l’articolo 138 che stabilisce le regole per l’approvazione delle leggi costituzionali. Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere i rilievi sollevati dal Tribunale di Milano, Silvio Berlusconi non potrebbe più far ricorso al legittimo impedimento e dovrebbe dunque affrontare subito il processo.