Path è un social network per elitisti
Ti obbliga a scegliere bene le tue amicizie: non ne puoi avere più di cinquanta
Robin Ian MacDonald Dunbar è un antropologo ed evoluzionista britannico e sostiene da tempo che ogni essere umano può mantenere stabilmente relazioni sociali con al massimo 150 persone. Gli sviluppatori di Path, una specie di nuovo social network per elitisti, sono partiti dal numero di Dunbar per sviluppare il loro servizio online. A differenza degli altri social network come Facebook e Twitter, che basano parte del loro successo sulla possibilità di avere centinaia di amici da seguire, Path consente di avere al massimo 50 iscritti al proprio profilo.
L’idea è quella di creare una rete ristretta di amici e parenti con i quali condividere le proprie attività e fotografie, mantenendo un maggior grado di privacy rispetto agli altri social network. Al momento Path può essere utilizzato tramite gli iPhone grazie a una applicazione, non ancora disponibile in Italia, ma i responsabili dell’iniziativa confidano di estendere presto il servizio ad altri smartphone e di renderlo pienamente accessibile anche attraverso il browser dei computer.
Path non ha un elenco di utenti iscritti da consultare come succede su Facebook. Per aggiungere amici intimi e parenti al proprio social network è sufficiente selezionare i contatti dalla propria rubrica dell’iPhone. Chi riceve l’invito può poi decidere di scaricare l’applicazione, mentre chi l’ha già scaricata inizia a vedere da subito gli aggiornamenti inviati dal proprio nuovo contatto. Il sistema è dunque diretto e personale e parte dal presupposto che a utilizzarlo siano persone che si conoscono bene, che si cercano per condividere le loro fotografie senza troppi occhi indiscreti intorno.
Quando pubblichi una fotografia su Path, puoi indicare alcuni dettagli come le persone presenti nell’immagine, il luogo in cui la foto è stata scattata e la presenza di particolari oggetti. L’applicazione permette di avere un pieno controllo su chi potrà visualizzare la fotografia e tiene anche traccia delle visualizzazioni, consentendo di sapere chi ha già visto l’immagine dei propri amici. Secondo i responsabili di Path, questa soluzione taglia fuori la tipica domanda “Ehi, la foto che ho condiviso l’hai già vista?”, rendendo più immediata e personale la conversazione.
Rispetto ai social network veri e propri, Path è molto essenziale e consente di svolgere un numero limitato di attività. Le fotografie non possono essere commentate direttamente e non possono essere inserite nemmeno delle didascalie. Gli ideatori del sistema puntano molto sull’estrema essenzialità dell’intero servizio per distinguersi dalle soluzioni già sul mercato per la condivisione di fotografie attraverso siti web e applicazioni per smartphone.
Difficile dire se Path riscuoterà il successo necessario per sopravvivere. Da alcune settimane, Facebook consente di creare gruppi ristretti di amici con i quali condividere singole attività e contenuti, senza la necessità di dover far ricorso a un social network alternativo. La grande attenzione che è cresciuta intorno a Path è principalmente dovuta ai promotori della nuova iniziativa. Tra i fondatori della società spiccano Dave Morin, l’ex responsabile dello sviluppo della piattaforma che anima Facebook, e il cofondatore di Napster Shawn Fanning.