L’inventore del sacchetto di carta
Spesso dimentichiamo che gli oggetti che ci circondano sono frutto di un lavoro di invenzione e progettazione
Il cerotto, il codice a barre, il Toblerone, la gruccia appendiabiti, la bustina del tè, le forbici, la pallina da tennis, le mollette per il bucato: è lunghissima la lista degli oggetti entrati a tal punto nella nostra quotidianità da farci dimenticare che sono anche questi lavori di design, con un autore, una data di nascita, un progetto alle spalle. Dimenticarsi che qualcuno li ha inventati è facile quanto dimenticarsi chi li ha inventati: da quando il MoMA ha inaugurato l’esposizione Counter Space sul design in cucina si è aperta una piccola diatriba sulla paternità del sacchetto di carta.
Attribuito a Charles Stilwell nell’esposizione, pare che all’epoca della sua invenzione sia stato oggetto di fortissima competizione industriale. Aidan O’Connor, sul blog della mostra, cerca di tracciarne le travagliate origini e giustificare la scelta di attribuire a Stilwell il design del sacchetto:
Francis Wolle, attivo nella seconda metà del 1800, è considerato il primo ideatore dei moderni sacchetti di carta. Nel 1869 fu cofondatore della Union Paper Bag Machine Company, in Pennsylvania […]. La Union godeva del supporto finanziario di manufatturieri benestanti, che in cambio avevano la possibilità di usare il brevetto e distribuire il prodotto sul mercato evitando la concorrenza diretta. Uno di questi personaggi era l’industriale George West della contea di Saratoga, New York, noto anche come il “Re dei sacchetti di carta”.
[…] Poco dopo fu una donna di nome Margaret Knight che, lavorando per un’altra azienda, la Columbia Paper Bag Company di Springfield, progettò una macchina in grado di produrre sacchetti dal fondo piatto e quadrato, un grande passo avanti rispetto al design precedente che era strutturalmente fragile. Knight è quindi più accreditata come inventrice del sacchetto che abbiamo esposto durante la mostra. È anche considerata la prima donna ad ottenere un brevetto statunitense.
Nell’articolo originale si spiega, anche attraverso un’illustrazione dell’epoca, il funzionamento di questa macchina, che portò a definire i sacchetti prodotti “origami industriali”.
Nonostante questo, però, il design del nostro sacchetto di carta è il risultato di ulteriori miglioramenti apportati nel corso degli anni successivi (a partire dal 1883) da Charles Stilwell […] che perfezionò la macchina di Margaret Knight per produrre sacchetti di carta col fondo piatto, ora dotati di lati pieghettati per risparmiare tempo nel piegarli e spazio di stoccaggio. A questa tipologia fu dato il nome di S.O.S. (self-opening-sack, sacchetto auto-aprente), e ha fornito il modello su cui è stato elaborato il sacchetto di carta prodotto in massa fino a oggi.