Stanno morendo gli SMS?

Le applicazioni come Kik e WhatsApp stanno rimpiazzando i messaggi di testo sui cellulari

di Emanuele Menietti

Gli SMS, per come li conosciamo oggi, esistono dal 3 dicembre del 1992 e in quasi venti anni hanno cambiato sensibilmente il nostro modo di comunicare. Ogni giorno si stima che in tutto il mondo vengano inviati 10 miliardi di messaggi attraverso il cellulare, ma il primato degli SMS come rapido sistema di comunicazione testuale inizia a essere minacciato dalle applicazioni per gli smartphone, che consentono di inviare messaggi tramite la rete 3G senza costi aggiuntivi per gli utenti.

In pratica, queste applicazioni portano il principio della chat sugli smartphone, aggiungendo sistemi di notifica per la ricezione dei nuovi messaggi simili a quelli utilizzati nei cellulari per l’avviso dei nuovi SMS ricevuti. Il sistema basato sugli SMS è però universale, funziona cioè su telefoni anche molto diversi tra loro e non richiede l’installazione di alcun programma, mentre quello basato sulle applicazioni può funzionare solamente se Tizio e Caio hanno installato la stessa applicazione sul loro smartphone. La progressiva diffusione dei telefoni cellulari avanzati e di versioni delle applicazioni in grado di funzionare su più piattaforme dovrebbe rendere marginale il problema, o almeno è quello che sperano gli sviluppatori di questi programmi.

Kik Messenger è una applicazione alternativa al sistema degli SMS e in questi giorni sta conoscendo un grande successo. Può essere installata su iPhone, telefoni basati su Android, il sistema operativo di Google, e su alcuni modelli di BlackBerry e in meno di quindici giorni è stata scaricata un milione di volte. L’applicazione è gratuita, ma non basta questo elemento per spiegarne il successo. Kik fa una sola cosa, inviare e ricevere messaggi, ma lo fa molto bene e con una impostazione semplice ed essenziale proprio come quella che ha decretato il successo degli SMS.

Una volta scaricata l’applicazione tocca iscriversi indicando il proprio indirizzo email, che deve poi essere confermato attraverso un link ricevuto via posta elettronica. Questo consente a quelli di Kik di ridurre al minimo il numero di account fasulli e, al tempo stesso, permette agli utenti di ritrovarsi più facilmente sul sistema di messaggistica. Inseriti i propri contatti è sufficiente selezionarne uno, comporre il messaggio e premere invio, come un comune SMS. Una piccola icona accanto ai messaggi consente di capire se il testo sia stato inviato correttamente (S), recapitato al destinatario (D) o letto dal destinatario (R ). Il servizio funziona istantaneamente, salvo disguidi dovuti a un sistema ancora acerbo, sia su rete WiFi che su 3G, quindi può sostituire completamente gli SMS, a patto che la persona con cui vuoi comunicare abbia installato Kik sul proprio cellulare.

WhatsApp è una applicazione molto simile a Kik, ma esiste da quasi un anno e ha dunque un maggior numero di utenti. Il sistema non richiede una registrazione vera e propria e rispetto a Kik ha una soluzione più semplice per ritrovare i propri contatti che utilizzano l’applicazione. Inserisci il tuo numero di cellulare all’interno del programma e dai il consenso alla sua conservazione negli elenchi di WhastApp. Nessuno può vedere quelle liste, solamente l’applicazione che provvede a confrontarle con i numeri di telefono cellulare dei tuoi contatti in rubrica. Così, in pochi istanti, puoi avere l’elenco dettagliato delle persone che conosci che già inviano messaggi con WhatsApp.

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A differenza di Kik, WhatsApp offre un maggior numero di funzionalità. Oltre a mandare istantaneamente i messaggi, il sistema permette di scattare al volo una fotografia o girare un breve filmato da inviare sostituendo così anche gli MMS. Su WhatsApp si possono anche mandare i messaggi vocali e si può anche indicare la propria posizione geografica: basta premere un tasto per far comparire nella propria conversazione una mappa che indica dove ci si trova. Queste funzionalità variano a seconda dello smartphone che si sta usando, infatti come Kik l’applicazione è multipiattaforma e funziona sugli iPhone, sui BlackBerry su alcuni Nokia e sui telefoni animati da Android.

In realtà, anche altre applicazioni derivate da programmi per il computer e dai social network consentono di comunicare facendo a meno degli SMS. L’applicazione di Skype, il servizio per chattare ed effettuare chiamate (anche video) attraverso Internet, consente di inviare messaggi ai propri contatti in maniera istantanea. Skype è disponibile per diversi smartphone e anche per i telefoni cellulari meno evoluti, ma la sua impostazione si adatta maggiormente alle chat in tempo reale più che all’invio di messaggi come gli SMS.

Anche Facebook sta contribuendo a rendere sempre più marginale l’utilizzo degli SMS. Il social network ha un sistema di messaggistica interna molto pratico e le applicazioni per iPhone e Android riproducono degli avvisi quando arrivano nuovi messaggi, proprio come avviene per gli SMS. Facebook ha poi anche una chat interna, accessibile tramite applicazioni, che risolve anche la comunicazione istantanea con i propri contatti. E infine ci sono anche le care vecchie email, che consentono di usare il proprio traffico dati lasciando stare i costosi SMS.

Il vero cambiamento, che in futuro potrebbe mandare in pensione gli SMS, è stato lo sviluppo e l’adozione della tecnologia push. Banalizzando un poco, prima gli smartphone controllavano a intervalli prestabiliti la presenza di nuovi messaggi sui server e se li trovavano li scaricavano, avvisando poi l’utente della presenza di una nuova email o di un altro contenuto. Ora, invece, è la fonte stessa ad avvisare lo smartphone quando sono disponibili nuovi contenuti da scaricare. Questo comporta due vantaggi: uno, le notifiche diventano istantanee e non a intervalli regolari di tempo e, due, i cellulari consumano meno batteria perché non devono sempre controllare i server.

Ci vorrà del tempo prima che i nuovi sistemi come le applicazioni di Facebook, Kik o WhatsApp rendano del tutto marginali gli SMS. I telefoni cellulari con funzionalità base sono i più diffusi, specialmente nei paesi poveri e in via di sviluppo e le compagnie telefoniche sono interessate a mantenere il sistema in piedi il più possibile, visto quanto rende.

I 140 byte occupati da un messaggio di testo costano al gestore di telefonia mobile 0,007 Euro, se venisse applicato il medesimo margine di guadagno una telefonata (che di byte ne occupa 1.200 al secondo) dovrebbe costarci 50 Euro al minuto.

foto di Erik_Schlange