Cameron rimprovera la Cina
Il primo ministro britannico si trova in visita ufficiale a Pechino e oggi rivolgerà un discorso agli studenti
Quando un leader politico occidentale va in visita ufficiale in Cina, è consueto che una parte dell’opinione pubblica del suo paese gli chieda di affrontare coraggiosamente il regime e chiedere passi avanti sul fronte del rispetto dei diritti umani e politici dei cittadini cinesi. Salvo poche meritevoli eccezioni, le cose si risolvono in due modi: o il tema viene del tutto eluso dall’agenda ufficiale, e una volta tornati a casa i leader dicono che ne hanno discusso “negli incontri privati”; o il tema viene affrontato con vaghezza, approfittando di una formula comoda per cui si augura alla Cina di continuare a prosperare economicamente e accompagnare alla crescita economica un miglioramento della qualità della vita dei suoi cittadini.
Per questa ragione, quello che David Cameron si appresta a fare oggi in Cina è piuttosto rilevante. Il primo ministro britannico si trova a Pechino in visita ufficiale e questo pomeriggio rivolgerà un discorso agli studenti dell’università della capitale cinese. Secondo le anticipazioni diffuse da Downing Street e riportate questa mattina dalla stampa britannica, Cameron dirà apertamente ai leader politici cinesi che non possono interrompere la discussione pubblica sulla democrazia, invitandoli con decisione a riconoscere che la possibilità di tenere libere elezioni, il rispetto dello stato di diritto, una magistratura indipendente e una stampa priva di censure rappresentano la migliore strada verso la stabilità e la prosperità. “Nessun premier britannico si era mai spinto così lontano”, scrive il Guardian. L’Independent, altro quotidiano non proprio amico di Cameron e dei conservatori, definisce il discorso “provocatorio” e scrive che “farà arrabbiare il governo cinese”.
Secondo Downing Street, già durante la cena ufficiale di ieri sera David Cameron ha chiesto conto al premier Wen Jiabao delle violazioni dei diritti umani, parlando nello specifico anche della situazione di Liu Xiaobo, il dissidente premiato un mese fa con il premio Nobel per la pace. “Non vogliamo essere prepotenti, ma crediamo sia giusto discutere di queste cose”, ha detto ieri Cameron. Già nel 2007, da leader dell’opposizione, Cameron visitò la Cina ed espresse simili opinioni: il partito comunista cinese lo definì “arrogante”. Queste invece le anticipazioni sul discorso di oggi, che non è stato anticipato alle autorità cinesi e con ogni probabilità non sarà trasmesso dai media locali.
La crescita della libertà economica in Cina ha portato grandi benefici alla Cina e al mondo. Spero che questo possa portare presto a una grande apertura dal punto di vista politico, perché sono convinto che la migliore garanzia alla prosperità e alla stabilità è rappresentata dal fatto che il progresso politico e quello economico vadano di pari passo. In Gran Bretagna deve sottostare perennemente alle norme dello stato di diritto. Questo ci pone dei limiti, e talvolta può essere persino frustrante, ma in ultima analisi noi siamo convinti che questo rende il nostro governo migliore e il nostro paese più forte.
Grazie ai mezzi di comunicazione, i cittadini ascoltano i punti di vista di chi ha opinioni diverse da quelle del governo. Anche questo ha volte può essere complicato. Ma siamo convinti che più l’opinione pubblica britannica è informata sui temi che riguardano la nostra società, più facile è per il governo britannico prendere decisioni equilibrate e sviluppare provvedimenti in grado di avere la fiducia dei cittadini.