Le contestazioni a Berlusconi a Padova
La spedizione del governo nei luoghi colpiti dalle alluvioni non ha ottenuto i risultati sperati
Oggi, mentre il Post era offline per via di un intervento di manutenzione programmato, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è andato a visitare i luoghi colpiti dalle recenti alluvioni in Veneto, insieme al presidente della regione Luca Zaia, al capo della Protezione civile Guido Bertolaso e al ministro Umberto Bossi. Faceva parte della delegazione anche il presidente della regione Piemonte, Roberto Cota, per “portare la solidarietà del nord ovest”, racconta il Corriere della Sera, “colpito alcuni anni fa da un evento analogo”.
Dopo un giro in elicottero, la delegazione si è spostata prima a Vicenza e poi a Padova, per un incontro in prefettura con i sindaci dai comuni coinvolti dal disastro. A Vicenza ci sono state le prime contestazioni, a opera di una ventina di persone, che hanno ritardato la partenza della delegazione governativa verso Padova, dove invece un centinaio di persone fin da mezzogiorno aveva bloccato il traffico e portato la polizia a schierare un cordone di uomini in difesa della prefettura. Poco prima delle 13 la situazione si è riscaldata, la polizia ha effettuato alcune cariche di alleggerimento e ha spezzato in due il corteo, che nel frattempo si era parecchio ingrossato: i giornali scrivono che era composto da “studenti universitari” e “esponenti dei centri sociali del nordest”.
Berlusconi e Bertolaso sono arrivati a Padova alle 13,30, le loro auto sono entrate in prefettura sommerse di fischi e insulti. La polizia ha caricato nuovamente i manifestanti, tra questi qualcuno ha tirato un grosso petardo. Non sono solo i centri sociali e i no global a non aver gradito la presenza del premier. I dirigenti di Confcommercio e Confesercenti hanno detto che gli è stato “impedito” di parlare con Berlusconi e Bossi”. È stato molto severo lo stesso sindaco di Padova, Flavio Zanonato: «Siamo stati ricevuti un quarto d’ora, abbiamo sentito tante parole, parole, ma nessun impegno concreto». Paolo Giaretta, senatore del PD ed ex sindaco di Padova, ha detto che «oggi è stata la giornata delle chiacchiere e delle promesse». Luca Zaia, presidente della regione, ha chiesto che il governo mandi soldi «prima al Veneto, poi a Pompei. Si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott’acqua».
Dall’altra parte, nel corso della loro spedizione Berlusconi ha raccolto anche qualche applauso e qualche stretta di mano, accompagnata a una richiesta. In ogni caso, il premier ha detto che i soldi ci sono e che non servirà nemmeno trattenere l’Irpef regionale, come proposto da Zaia. E lo stesso Zaia, dopo aver spiegato che «i soldi ci sono», ha detto anche che «alzare la voce è funzionale».
Nel pomeriggio, poi, il presidente del Consiglio è andato in visita all’Aquila, dove mancava da nove mesi. Anche lì lo attendevano contestazioni e proteste.