«Gli hanno rotto le dita»
Il giornalista russo Oleg Kashin è stato aggredito questa mattina, ora è in coma artificiale
Oleg Kashin, un celebre giornalista russo di trent’anni, è stato ferito gravemente questa mattina a Mosca da uomini non identificati. Kashin scrive per il quotidiano Kommersant e il suo direttore, Mikhail Mikhailin, non ha dubbi, dietro l’aggressione ci sarebbero motivi professionali. Il giornalista aveva con sé contanti e iPhone, ma nulla è stato rubato. Kashin, ora in coma artificiale, ha riportato fratture al cranio e ad entrambe le gambe, la rottura della mandibola e delle dita.
«La cosa che mi preoccupa è che, quando lo hanno picchiato, gli hanno rotto le dita. È evidente che chiunque l’abbia fatto non era d’accordo con quello che scriveva. Non conosco esattamente i motivi, ma sono sicuro che quanto successo c’entri con la sua attività professionale».
Tra gli altri temi di politica interna, ultimamente Kashin stava seguendo i nuovi e giovani movimenti di protesta che stanno nascendo nella città. Il Cremlino ha già fatto sapere che il presidente Dimitri Medvedev ha ordinato al procuratore generale di Mosca e al ministro dell’Interno di supervisionare direttamente l’inchiesta sul tentato omicidio.
«I criminali devono essere trovati e puniti» ha commentato Medvedev sul suo account Twitter.
Negli ultimi anni diversi giornalisti russi hanno subito aggressioni, ma la maggior parte delle volte le inchieste si sono concluse con un nulla di fatto. La giornalista Natalya Estemirova, del quotidiano d’opposizione Novaya Gazeta, venne uccisa l’estate scorsa mentre indagava sulle violenze nel nord del Caucaso, e nessuno è stato ancora arrestato. Estemirova aveva lavorato con Anna Politkovskaya, la giornalista celebre per i suoi reportage in Cecenia uccisa nel 2006. Un altro giornalista, Mikhail Beketov, venne picchiato per un quotidiano locale mentre si stava occupando della corruzione nei sobborghi di Mosca.
Secondo il direttore di Kommersant questa sarà un’ottima occasione per comprendere la volontà del governo di perseguire o meno le violenze contro i giornalisti. «Voglio vedere se le reti di stato racconteranno cos’è successo a Oleg Kashin. Chiuderanno gli occhi davanti a ciò che è accaduto? Questo è ciò che mi interessa».