La BBC chiede scusa a Bob Geldof
Lo aveva accusato di avere armato i ribelli in Etiopia con i soldi del Live Aid
Bob Geldof è il cantante irlandese ex dei Boomtown Rats che tutti conoscono come promotore del Live Aid, il gigantesco evento musicale rock a scopo benefico. Lo scorso marzo la BBC aveva lasciato intendere in un servizio della trasmissione World Service che parte dei proventi ricavati dalla vendita del singolo «Do they know it’s Christmas?» – la canzone che Geldof aveva scritto nel 1984 con Midge Ure allo scopo di raccogliere fondi per combattere la fame in Etiopia – sarebbero stati usati per armare i gruppi ribelli dell’Etiopia.
Oggi la BBC si scuserà ufficialmente per quelle accuse trasmettendo una rettifica su BBC1, Radio 4 e World Service, per riparare almeno in parte al danno procurato all’immagine dell’associazione con cui da anni Bob Geldof si impegna nella lotta contro la povertà in Africa: il Band Aid Trust. «Sono felice che la BBC abbia accettato di scusarsi e sono soddisfatto anche a nome di tutte quelle persone che negli ultimi ventisei anni hanno contribuito con le loro donazioni alle cause di Band Aid e Live Aid», ha detto il cantante.
Era stato proprio un programma della BBC sull’Etiopia che nel 1984 aveva convinto Bob Geldof a produrre un disco i cui ricavati avrebbero potuto migliorare almeno in parte la situazione. Ma lo scorso marzo World Service della BBC aveva trasmesso un servizio in cui il giornalista Martin Plaut sosteneva che solo il 5% degli oltre cento milioni di dollari ricavati dalle vendite di quel disco del 1984 e dal Live Aid del 1985 avevano effettivamente raggiunto le persone che morivano di fame nella provincia nord del Tigrai. Oggi la BBC ammette che quel servizio insinuava erroneamente che il resto dei soldi fosse stato usato per finanziare le armi dei ribelli: «Il servizio non avrebbe dovuto essere trasmesso e costituisce una caduta di stile per i nostri standard di livello», ha scritto in un comunicato ufficiale.
Il servizio aveva riportato le testimonianze di due ex ribelli che sostenevano che il loro gruppo – il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrai, del quale faceva parte anche l’attuale primo ministro etiope Meles Zenawi – era riuscito a intercettare in più occasioni soldi destinati alla lotta contro la povertà. «Mi avevano dato dei vestiti per apparire come un commerciante musulmano, ma era solo un tranello per le Ong», aveva detto Gebremedhin Araya, a quel tempo comandante dei ribelli. La notizia fu poi ripresa anche dai telegiornali trasmessi dalla BBC, compreso il seguitissimo Six O’Clock News. La BBC ha detto «che avrebbe dovuto chiarire che quelle insinuazioni non riguardavano specificamente il Band Aid Trust e che per questo ci saranno scuse e rettifiche». I servizi segreti statunitensi già nel 1985 avevano affermato in un rapporto sulle conseguenze politiche della siccità in Etiopia che molti dei fondi arrivati nel paese dell’Africa orientale erano serviti per «scopi militari».
Oggi Brian Barder, ambasciatore della Gran Bretagna in Etiopia tra il 1982 e il 1986, ha detto di essere felice per la decisione della BBC: «Accolgo con molto piacere la notizia che la BBC ha deciso di scusarsi con Band Aid Trust per le accuse che gli aveva indirettamente rivolto nel corso di quella trasmissione. Le scuse chiariscono definitivamente che nessuna di quelle insinuazioni valeva per l’attività del fondo di Bob Geldof». Anche in Italia le accuse diffuse dalla BBC erano state riprese da alcune testate, tra cui Repubblica, Rai News24, Il Manifesto e Il Giornale. Bob Geldof fa anche parte dell’organizzazione per la lotta contro la povertà guidata da Bono degli U2, One.