Lo Yemen incrimina Anwar al-Awlaqi
È un noto leader spirituale islamico ed è considerato uno dei capi più pericolosi di al Qaida
Le autorità yemenite hanno incriminato Anwar al-Awlaqi, ritenuto oggi uno dei più pericolosi leader di Al Qaida, accusandolo di aver progettato e incitato l’omicidio di cittadini stranieri. L’accusa è stata formulata nel corso di un processo contro un givane yemenita accusato di aver ucciso un impiegato francese in una società austriaca a Sanaa. È la prima azione legale presa da un tribunale dello Yemen contro al-Awlaqi e fa parte del giro di vite contro al Qaida che le autorità yemenite stanno cercando di dare in seguito alle rivelazioni sulle origini dei due pacchi bomba spediti lo scorso venerdì.
Anwar al-Awlaqi è lo stesso uomo che nei mesi successivi alla strage dell’11 settembre fu invitato a pranzo dagli Stati Uniti al Pentagono, perché allora considerato un leader moderato e interessante da avvicinare. Awlaki ha oggi 39 anni, è nato nel New Mexico da genitori di origine yemenita ed è cittadino di entrambi i paesi. È un noto leader spirituale islamico (qui l’estesa e contestata pagina di Wikipedia che lo riguarda) ed è considerato dalle autorità americane ispiratore, reclutatore e addestratore di atti terroristici compiuti da militanti di Al Qaida.
Le sue ampie attività di proselitismo su internet hanno fatto usare per lui l’espressione “il bin Laden della rete”. Awlaki, che si ritiene si trovi in Yemen, è stato di recente accusato di aver ispirato l’attentato di Times Square e di avere avuto contatti con Nidal Malik Hasan, il militare che ha ucciso tredici persone nella base di Fort Hood, lo scorso novembre. L’Amministrazione Obama ha autorizzato la sua “uccisione mirata”.