Le riunioni familiari tra le due Coree
Decine di sudcoreani hanno passato il confine con il nord per incontrare i parenti che non vedevano dai tempi della guerra
L’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco da parte dei soldati sul confine tra Corea del Sud e Corea del Nord ha confermato ieri le forti tensioni tra i due paesi, ma non ha modificato i piani previsti dagli accordi bilaterali per consentire ad alcune famiglie coreane di riunirsi dopo essere rimaste separate per anni nei due settori della penisola. Oltre 430 coreani del sud hanno da qualche ora passato il confine con la Corea del Nord per ricongiungersi con i propri parenti che in alcuni casi non vedevano da quasi sessant’anni, ovvero dalla fine della Guerra di Corea, quando l’esercito nordcoreano cercò di invadere la Corea del Sud.
Le riunioni familiari si svolgono a Kŭmgangsan (Monte Diamante) nella Corea del Nord e sono particolarmente emozionanti per chi vi partecipa. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di persone anziane intorno agli 80 anni di età, desiderose di vedere un’ultima volta i loro parenti prima di morire. I familiari hanno la possibilità di stare insieme per tre giorni prima di essere nuovamente caricati sugli autobus che li riportano al confine con la Corea del Sud.
Gli incontri di questi giorni erano in programma da tempo e sono i primi da oltre un anno. La decisione di consentire ai parenti di vedersi almeno una volta è stata assunta nel 2000 nel corso di un incontro bilaterale tra le due Coree, che formalmente sono ancora in guerra. Da allora, si stima che quasi 21mila persone abbiano avuto la possibilità di incontrarsi di persona o attraverso videoconferenze. Il regime della Corea del Nord limita qualsiasi forma di comunicazione all’esterno del paese, dunque i parenti all’estero non hanno altra possibilità per mettersi in contatto con i loro cari se non quella degli incontri organizzati dai due paesi.
Un censimento realizzato nel 1988 nella Corea del Sud diede l’effettiva dimensione del problema delle famiglie divise. 127mila cittadini sudcoreani affermarono di avere almeno un parente disperso in Corea del Nord, ma 45mila di questi sono morti negli ultimi anni senza la possibilità di ricongiungersi almeno una volta con i loro parenti.
Quella di oggi è la diciottesima sessione di incontri organizzata negli ultimi dieci anni, altri 3.748 cittadini sudcoreani hanno potuto parlare con i loro parenti nel nord attraverso un sistema video a circuito chiuso nel 2005. Da anni la Corea del Sud chiede al regime nordcoreano di rispondere sul destino di almeno 540 prigionieri di guerra e 480 civili catturati durante la guerra e ancora detenuti nel paese. Pyongyang ha dato solamente risposte parziali, dichiarando di essere a conoscenza di una decina di soldati e di 11 civili sudcoreani nel paese dai tempi della guerra e ancora in vita. Nessuno di questi sarebbe trattenuto nel paese contro la propria volontà.
Le scaramucce lungo il confine avvenute ieri non hanno condizionato l’iniziativa per far riunire i parenti separati dalla guerra. Stando alle ricostruzioni, alcuni soldati della Corea del Nord avrebbero aperto il fuoco contro un’unità militare sudcoreana avvicinatasi troppo alla linea di confine. I colpi non avrebbero causato né vittime né feriti e sarebbero stati sparati per avvertimento. I sudcoreani hanno comunque risposto al fuoco.
Nelle ultime settimane, la Corea del Sud è sensibilmente sotto tensione: a novembre il paese ospiterà il summit del G20 ad appena una cinquantina di chilometri dal confine con la Corea del Nord. Nonostante sia uno dei paesi economicamente più avanzati dell’Asia, la Corea del Sud deve fare costantemente i conti con il turbolento paese rivale a nord. Le cause di attrito sono continue e variano dai semplici contrasti lungo il confine ad azioni più più incisive come l’affondamento della nave da guerra Cheonan, che secondo le autorità di Seoul sarebbe stata colpita da un siluro della Corea del Nord.
La storia recente dei due paesi è densa di contrasti, anche violenti, che non hanno comunque mai portato a una escalation del conflitto, anche grazie all’impegno della comunità internazionale e del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Nel 1987, a un anno dalle Olimpiadi di Seoul, alcuni agenti segreti nordcoreani piazzarono una bomba su un aereo di linea della Corea del Sud, uccidendo le 115 persone a bordo. Nel 2002, invece, le autorità sudcoreane accusarono la Corea del Nord di aver affondato una propria motovedetta in una porzione di mare contesa proprio nell’anno in cui la Corea del Sud ospitava insieme al Giappone i mondiali di calcio. L’ultima sparatoria lungo il confine risale invece al 2007 e, anche in quel caso, non causò alcuna vittima.