Le 24 ore di allarme terrorismo
La ricostruzione di come si è arrivati all'annuncio di Obama sulla "credibile minaccia terroristica"
Le notizie delle indagini su alcuni aerei cargo commerciali in cui si sospettavano pacchi bomba hanno cominciato a diffondersi nel tardo pomeriggio italiano di ieri e sono state confuse per diverse ore, prima che il presidente degli Stati Uniti apparisse pubblicamente per annunciare che c’era stata una “credibile minaccia terroristica”. Benché ci siano ancora molte cose da chiarire, ricostruiamo la successione degli eventi delle ore precedenti per quello che se ne sa.
Aiuto saudita
Un portavoce del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha ringraziato ieri ufficialmente le autorità saudite per la collaborazione. Sarebbe stata un’informazione ricevuta nella notte tra giovedì e venerdì – quando era notte negli USA – dall’intelligence dell’Arabia Saudita a suggerire di ispezionare due aerei partiti dallo Yemen, uno a Londra e uno a Dubai. In entrambi questi voli, uno della UPS e uno della FedEx, è stato ritrovato del materiale esplosivo nascosto all’interno di cartucce di toner per stampanti.
Esplosivo
L’esplosivo sembra essere PETN, lo stesso tipo di quello usato nel fallito attentato del natale scorso sull’aereo atterrato a Detroit. Entrambi i pacchi esplosivi erano diretti a Chicago, uno a una sinagoga, l’altro a un centro ebraico. Sono sufficienti sei grammi di questo potente esplosivo, che ha similarità con la nitroglicerina, per aprire uno squarcio molto pericoloso nella fusoliera di un aereo commerciale. I due dispositivi potevano essere detonati a distanza attraverso una chiamata con telefono cellulare, secondo un esperto consultato dalla CNN.
Scortati a casa
Venerdì pomeriggio un terzo aereo passeggeri proveniente dagli Emirati Arabi Uniti è stato intercettato da due caccia canadesi che si trovavano in esercitazione e che sono stati sostituiti poi nello spazio aereo statunitense da due F-15 americani per essere scortato all’aeroporto JFK di New York, dove è atterrato intorno alle 23 italiane di venerdì. A bordo non è stato trovato nessun pacco sospetto e i passeggeri non hanno notato nulla, come testimonia un analista finanziario del New York Times, solamente una ventina di minuti di ritardo nelle procedure di sbarco.
Ispezioni
Sempre a scopo precauzionale, le autorità statunitensi hanno ispezionato tre aerei cargo della UPS negli aeroporti di Philadelphia e Newark, senza trovarvi a bordo alcuna minaccia. I controlli di sicurezza hanno interessato anche la città di New York, dove un furgoncino della società di spedizioni è stato perquisito nei pressi di Brooklyn. A bordo c’erano due pacchi provenienti dallo Yemen, ma al momento non è dato sapere se potessero costituire un’effettiva minaccia come i pacchi ritrovati sugli aeroplani.
Più controlli
La TSA (Transportation Security Administration), l’ente che si occupa della sicurezza dei trasporti negli Stati Uniti, ha imposto ai principali spedizionieri come UPS, FedEx e DHL di bloccare le consegne di tutti i pacchi inviati negli USA dallo Yemen. Il Dipartimento per la sicurezza nazionale ha intensificato i controlli sugli aerei cargo, cercando di coprire il più rapidamente possibile i buchi nei sistemi di controllo che hanno quasi consentito ai terroristi di portare a termine i loro attacchi con l’esplosivo.
Terroristi
I falliti attentanti non sono ancora stati rivendicati, ma secondo l’intelligence statunitense potrebbe trattarsi di una cellula di Al Qaida della Penisola araba. La medesima organizzazione rivendicò l’attentato dello scorso Natale, quando tentò invano di far esplodere un volo di linea statunitense. Le autorità yemenite hanno offerto collaborazione per trovare i colpevoli. Tra i primi commenti degli esperti americani c’è la considerazione che il ricreare un clima di paura e ansia da attentati è già un successo per chi li progetta (è la definizione di terrorismo), soprattutto dopo le recenti discussioni sull’esagerazione nelle precauzioni e negli allarmi.