Il giorno di Colbert e Stewart
Tra il serio e il faceto, Washington ospita la "manifestazione per il buonsenso": aggiornamenti e dirette video
21,04: coro finale “I’ll take you there”, grazie e saluti a tutti.
20,57: saluti. Tornano i Roots e John Legend e Mavis Staples e Jabbar e tutti.
20,54: Stewart chiude, bel discorso. Arriva Tony Bennet e canta “America the beautiful”. La gente scandisce “USA, USA”.
20,44: discorso “serio” di Jon Stewart sul perché siamo qui, o “quali erano le mie intenzioni”. “Se amplifichiamo tutto non sentiamo più niente”.
20,36: è un dialogo sulle paure che vengono scaraventate quotidianamente sugli americani, soprattutto dai media. “Scatenate i media!”, dice Colbert quando Stewart cerca di spiegargli che le cose non sono così terribili, e una serie di video terroristici mostrano violenze e follie propalate da giornalisti e politici.
20,31: arriva C1-P8, o R2-D2, il robot di Guerre Stellari.
20,29: arriva Kareem Abdul Jabbar.
20,27: adesso hanno fatto praticamente la gag del sarchiapone.
20,22: dibattito tra Stewart e Colbert sulle stesse linee: ragionevolezza contro delirio. Vince sempre delirio.
20,11: Stefano Pistolini su Twitter invoca un Rally for Sanity in Italia: Stefano, non cominciamo. Che ogni volta che questi fanno una cosa invidiabile cominciamo a pensare a come farla noi. Non ci sono Obama italiani, non ci sono Jon Stewart, non c’è l’America. C’è altro, occupiamoci di quello.
20,10: Sheryl Crow e Kid Rock.
20,07: arriva Mick Foley, wrestler; sale sul palco e invita tutti a essere gentili: “civility is cool!”
19,56: Tim Meadows fa il suo personaggio di PK Winsome.
19,55: si scherza sulla t-shirt attillata indossata spesso dal giornalista tv Anderson Cooper.
19,47: arrivano insieme Mavis Staples e Jeff Tweedy dei Wilco. Cantano “You are not alone”.
19,35: riempire tutto di musica è un’ottima idea. Più concerti e meno comizi.
19,33: arrivano gli O’Jays, con “Love train”!
19,31: casino generale e Osbourne e Stevens se ne vanno indignati assieme.
19,29: adesso è Stewart che interrompe Osbourne e chiede a Stevens di ricominciare a cantare. Stevens riattacca “Peace train”. Colbert interrompe di nuovo e riattacca Osbourne.
19,28: Colbert annuncia il suo campione: Ozzy Osbourne, che canta “Crazy train”.
19,26: Cat Stevens canta “Peace train” da Teaser and the Firecat del 1971. Colbert lo interrompe, Stewart fa il mortificato. “Non salgo su quel treno!”, dice Colbert.
19,24: tornano i due leader della manifestazione e introducono Cat Stevens!
19,15: Arriva Sam Waterson, attore, grandissimo. Legge dei versi comici sulla paura.
19,12: arriva padre Guido Sarducci (l’attore Don Novello) per la benedizione. Sarducci è un personaggio di storia trentennale, che fa il critico rock e il columnist di gossip per l’Osservatore Romano.
19,10: “Questa è gente ragionevole”, gli dice Stewart. “Ora sono ragionevoli! Ma presto diventeranno una folla impazzita e terrorizzata”.
19,08: Colbert appare sul palco vestito da Capitan America, tipo. Come sempre impersona la caricatura di un commentatore repubblicano modello Fox News, estremista, populista e fuori di testa.
19,05: Stephen Colbert appare in voce e in video “intrappolato nel mio bunker di paura”.
19,04: Stewart vuole contare tutti a uno a uno, siamo a quattro.
19,01: torna Jon Stewart: “siamo dieci milioni!”
18,57: L’inno nazionale. Solenne, con bandiere, eseguito dalla band dei 4Troops (ex militari): ottimo modo per dire “non lo lasciamo a voialtri fanatici, non facciamo i buffoni su queste cose”.
18,56: Jooon Stewart!
18,55: forse lì si divertono a fare saltini e risatone a comando, ma qui a casa è un momento molto “yawn”
18,47: molti giochi di ola.
18,39: se ne vanno i musicisti arrivano i due conduttori del programma “Mythbusters” per un conteggio a occhio dei partecipanti. “Centocinquantamila”, dicono.
18,24: “Everything has got to get better” (tutto deve andar meglio), da “Little ghetto boy” di Donny Hathaway.
18,14: ha cominciato a suonare John Legend, in una jam session coi Roots (hanno collaborato nell’ultimo disco dei Roots).
18,13: le foto dei partecipanti su Flickr.
18,02: è cominciata anche la diretta video sul sito di Comedy Central.
18,00: cominciano a suonare i Roots.
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L’avvio ufficiale dell’evento indetto dal comico televisivo Jon Stewart a Washington oggi – la “manifestazione per il buonsenso” – è previsto per le 18. Sia MSNBC che il Washington Post hanno annunciato dirette video, la prima la potete seguire qui sotto, quella del WP qui.
I primi resoconti parlano di migliaia di persone arrivate ieri sera e in mattinata a Washington. Arianna Huffington sta celebrando le “diecimila” persone per cui il suo Huffington Post ha organizzato dei pullman partiti da New York. Alexandra Petri del Washington Post ha scritto poco fa che questa è la Woodstock della sua generazione. Aggiornamenti arrivano di continuo in rete – soprattutto su Twitter – da parte di convenuti più e meno noti.
Tutte le televisioni nazionali stanno ospitando collegamenti. L’impressione è che la geniale trovata di comunicazione e spettacolo dei proponenti si possa trasformare in una sorta di sanzione dell’esistenza di una “minoranza silenziosa”, dei tea party al contrario, dominati dalla stanchezza per la politica nazionale e dall’ironia.
Il raduno è al National Mall, storico luogo delle manifestazioni a Washington. Alle 18 italiane dovrebbe suonare la band dei Roots, e alle 19 comincia lo “show” vero e proprio con l’inno nazionale e l’arrivo sul palco di Jon Stewart prima e Stephen Colbert poi. Dopo, la “benedizione”. Qui c’è il programma completo.