I russi tornano in Afghanistan, Karzai si arrabbia
Il presidente afgano Karzai non ha gradito la presenza degli agenti russi in una grande operazione antidroga nel paese
Il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, non ha gradito la partecipazione di alcuni agenti dell’antidroga russi a una recente operazione che ha portato al sequestro di quasi una tonnellata di eroina nel paese. Karzai ha protestato con la NATO per le modalità con le quali è stata gestita l’iniziativa e ha richiesto l’apertura di una indagine su quanto accaduto.
Gli agenti statunitensi hanno confiscato stupefacenti per circa 56 milioni di dollari e hanno anche scoperto quattro laboratori dove veniva prodotta clandestinamente la droga. I laboratori si trovavano tutti nell’area di Nangarhar nell’Afghanistan orientale. L’operazione è stata portata a termine grazie alla collaborazione delle autorità afghane e di alcuni agenti russi. Stando alla ricostruzione del Washington Post, le massime autorità afghane non erano però al corrente della partecipazione dell’antidroga russa.
Karzai ha definito il raid una violazione della sovranità dello stato e ha dichiarato che «nessuna istituzione ha il diritto di condurre operazioni militari simili all’interno del nostro territorio senza il consenso della Repubblica islamica dell’Afghanistan». La partecipazione dei russi nelle operazioni militari ha riportato alla memoria il doloroso decennio della permanenza sovietica in Afghanistan, che terminò nel 1989, ma la cui memoria è ancora viva nella mente degli afgani.
Il responsabile dell’antiterrorismo afgano, Baz Mohammad Amadi, ha escluso che i russi abbiano partecipato attivamente nelle operazioni militari per debellare la rete che produceva l’eroina nella zona di Nangarhar. Gli agenti provenienti dalla Russia avrebbero partecipato come semplici osservatori, ma le informazioni sul loro ruolo rimangono ancora vaghe. Alcune fonti parlano di due uomini coinvolti, mentre altri parlano di almeno quattro agenti russi.
La collaborazione tra Stati Uniti e Russia segna comunque un importante passo avanti nella lotta internazionale contro la droga. Le autorità russe hanno lamentato per anni la scarsa efficacia delle operazioni messe in campo dalla NATO per contrastare la produzione di stupefacenti in Afghanistan. Oltre all’eroina, nei laboratori sono stati anche confiscati 140 chili di oppio e numerosi prodotti chimici per la produzione della droga.