Al-Shabaab “giustizia” due ragazzine in Somalia
Accusate di aver collaborato con le autorità somale, sono state uccise da un plotone di esecuzione tra la folla
Alcuni miliziani islamisti appartenenti al gruppo di al-Shabaab hanno ucciso due adolescenti con una esecuzione sommaria nel villaggio di Beledweyne, al confine tra la Somalia e l’Etiopia. Secondo la ricostruzione del Guardian, l’episodio si sarebbe verificato alla presenza di diverse centinaia di abitanti del centro abitato. Le dure ragazze, non ancora diciottenni, erano accusate di aver collaborato con il governo, offrendo informazioni sugli spostamenti e le attività del gruppo islamista.
L’improvvisato plotone di esecuzione ha ucciso le due ragazze mercoledì scorso. Fino all’ultimo i parenti delle vittime hanno negato le accuse rivolte alle ragazze, escludendo che avessero fornito informazioni alle autorità somale. Un membro di al-Shabaab avrebbe emesso la sentenza pochi minuti prima dell’uccisione in un processo sommario nel quale non sono state prodotte prove né è stato consentito alle due ragazze di difendersi, da sole o con l’aiuto di qualche rappresentate legale.
Prima dell’esecuzione, alcuni membri di al-Shabaab sono passati per le strade del paese con un camioncino, invitando la popolazione a riunirsi per assistere all’uccisione delle due ragazze davanti al plotone d’esecuzione. I miliziani islamisti hanno inoltre richiesto agli abitanti di non scattare immagini o girare video con i loro telefoni cellulari.
Dopo l’esecuzione, il comandante locale di al-Shabaab, Sheikh Yusuf Ali Ugas, ha detto alla folla che i miliziani islamisti avevano arrestato le due ragazze la settimana scorsa. Le due ragazze avrebbero poi confermato il crimine, sempre secondo il leader locale, e ci sarebbero ora altre decine di persone in custodia destinate a subire una fine simile.
Le due ragazze appartenevano a una famiglia molto povera, che non aveva potuto provvedere alla loro istruzione. Secondo l’Associated Press una ragazza si chiamava Ayan Mohamed Jama e aveva quasi 18 anni, mentre l’altra vittima si chiamava Huriyo Ibrahim e di anni ne aveva appena 15.
I miliziani di al-Shabaab si rendono spesso protagonisti di esecuzioni pubbliche per seminare il terrore tra la popolazione. Le uccisioni servono a eliminare i dissidenti o chi decide di collaborare con il governo e, al tempo stesso, funzionano da deterrente per terrorizzare gli abitanti delle zone controllate dai miliziani e disincentivare le insurrezioni. Lo scorso 24 agosto, due membri di al-Shabaab travestiti da militari governativi hanno fatto una strage all’hotel Muna di Mogadiscio uccidendo 35 persone – c’erano anche otto parlamentari – con un attacco suicida.