I precari e l’INPS
Paolo Attivissimo indaga sull'allarme che sta circolando in rete in questi giorni
Paolo Attivissimo, l’uomo dietro uno dei migliori blog antibufala italiani, Il Disinformatico, è intervenuto per Wired.it su una questione su cui si sta discutendo molto in queste settimane, l’allarme circolato in rete per cui l’INPS non avrebbe in previsione di pagare la pensione ai lavoratori precari.
Sta circolando via mail e nel copiaincolla dei blog un allarme, intitolato “Finiscono i soldi dell’INPS”, che si presenta con lo stile di un inquietante trafiletto di giornale e sembra citare fonti autorevoli. Ecco l’allarme:
Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione
di P.F.
La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l’ha garantita. Perché l’Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell’istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l’INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: “Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale”.
La frase dello scandalo viene attribuita a Mastrapasqua da fonti giornalistiche teoricamente autorevoli (per esempio il Corriere della Sera del 6 ottobre scorso e molte altre), ma Mastrapasqua ha smentito di averla pronunciata (Repubblica.it, Walkonjob.it). Viene da chiedersi come mai non sia stata resa pubblica l’eventuale registrazione di quello che è stato detto effettivamente al convegno, in modo da sciogliere ogni dubbio. Sarebbe davvero ridicolo se un convegno di questo livello non venisse registrato in qualche modo.
Comunque sia, è facile sospettare che l’appello abbia qualcosa di bufalino, perché contiene un paio di contraddizione di fondo: Mastrapasqua avrebbe pronunciato l’ammissione top secret in un convegno pubblico di Ania e Consumatori, ma parlarne in pubblico non sembra un approccio particolarmente logico se davvero non si vuole che la notizia circoli. Inoltre è abbastanza assurdo lamentare censure su una notizia citando come fonte proprio i quotidiani che l’avrebbero oscurata.
(continua a leggere sul sito di Wired)
L’ACTA (Associazione Consulenti Terziario Avanzato) ha risposto a Paolo Attivissimo.