Di cosa parla l’inchiesta di Report su Tremonti
Il Riformista anticipa i contenuti del servizio che andrà in onda stasera
Qui in video i contenuti della puntata di Report su Tremonti.
Venerdì scorso la redazione di Report ha diffuso la sinossi della puntata di stasera, annunciando quindi che l’inchiesta principale avrà come oggetto la manovra finanziaria promossa nei mesi scorsi dal ministro dell’economia Giulio Tremonti. Il servizio si chiama “Conti e sconti”: si soffermerà sui dettagli della legge, spulciandone gli articoli e le norme meno note, e descrivendo cosa il Tremonti sta facendo o non sta facendo nella lotta all’evasione fiscale.
Relativamente a questo aspetto, l’inchiesta si occuperà del lavoro che faceva Tremonti prima di diventare politico e ministro, e del suo vecchio studio di esperto fiscale. Fabrizio D’Esposito sul Riformista di questa mattina ne ha anticipato i temi.
L’inviato di Report si è presentato al suo vecchio studio, da cui ufficialmente il ministro è uscito, chiedendo di vedere le parcelle pagate dalla Bell del finanziere Emilio Gnutti detto Chicco per il contenzioso con il fisco sulle plusvalenze ricavate dalla vendita di Telecom a Marco Tronchetti Provera. Una vicenda che emerge anche dalle intercettazioni dei furbetti del quartierino sulla stagione delle scalate ad Antonveneta e Bnl. È proprio Gianpiero Fiorani che ai magistrati racconta che per la vertenza con l’Agenzia delle entrate la parcella pagata dalla Bell allo «studio Tremonti» è costituita da «una cifra importante: venti o venticinque milioni di euro».
Nel 2006 il fisco aveva chiesto alla Bell di pagare ben un miliardo e seicento milioni di euro, relativi alle plusvalenze raccolte dalla transazione Telecom. Mentre Tremonti è al governo, però, l’amministrazione finanziaria “rinuncia alla riscossione”. Quando arriva Prodi il fascicolo si riapre e la cifra si ridimensiona, diventando 256 milioni di euro.
Ufficialmente Gnutti è difeso dall’avvocato Dario Romagnoli e dal commercialista Claudio Zulli. Ma racconta Fiorani ai magistrati il 24 marzo 2006, nel carcere di San Vittore a Milano: «Gnutti mi aveva riferito dell’interesse di Tremonti a essere nominato consulente nell’operazione Antonveneta anche per un favore che gli doveva. Io ho ricollegato subito la vicenda all’operazione Bell… Gnutti mi disse che c’era stata una vertenza rilevante che riguardava le imposte dovute da Bell per l’operazione Telecom. Secondo me Tremonti tiene in scacco Gnutti». Per quanto riguarda la storia della parcella, Romagnoli ha sostenuto di non aver incassato più di 5 milioni di euro ma nel bilancio del 2005 di Bell sono annotati 31 milioni di euro da saldare proprio a lui e a Zulli.
La tesi è quindi che Tremonti e il suo studio possano avere avuto un ruolo nell’aiutare la società di Gnutti nei suoi contenziosi col fisco, sia in relazione all’ammontare della somma richiesta dallo Stato che in relazione al suo doppio ruolo di ministro – prima e dopo – e attore privato della vicenda.