La conferenza stampa di Wikileaks
Da Londra, il liveblog in diretta dell'inviato del Post
di Giovanni Fontana
11.27: si chiude con Assange che, quasi una lezione universitaria, spiega attraverso una presentazione in Power Point come funziona il sito di WikiLeaks:
11.20: Conclusione degli interventi affidata a Ellsberg che critica l’atteggiamento dell’amministrazione Obama, definendolo quello tipico di un impero.
11.13: Franceschini di Repubblica chiede ad Assange se si senta vittima di una cospirazione ai suoi danni, visto che spesso viene descritto come un “uomo in fuga”. La risposta di Assange è piuttosto evasiva.
11.10: l’inviato del Washington Post domanda ad Assange «cosa avete fatto, rispetto all’Afghanistan, per tutelare le persone coinvolte nei documenti?». Il fondatore di WikiLeaks risponde che «è stata una procedura lunga e complicata, abbiamo studiato più volte tutti i documenti, e le organizzazioni per i diritti umani ci hanno aiutato molto». Sottolinea con molta forza che «il Pentagono, invece, ha rifiutato di collaborare».
11.07: Assange, rispondendo a una domanda di un giornalista di Le Monde, riconosce che su questi documenti iracheni ci sia meno attenzione di quella che c’era stata per le rivelazioni che riguardavano l’Afghanistan.
11.02: Shiner descrive alcune delle torture documentate da parte della polizia irachena. «l’entità, e la quantità, delle rivelazioni, impedisce di parlare di poche mele marce».
10.54: siamo alle domande. Assange dice che Obama ha perso consensi negli USA per l’atteggiamento “da scrollata di spalle” del governo americano sulle rivelazione di WikiLeaks.
10.50: viene consegnato ad Assange il premio Sam Adams per l’Integrità intellettuale, che aveva ottenuto due mesi fa.
10.47: Ellsberg parla dell’importanza della libertà di parola, nega che chi pubblica documenti top-secret sia un pericolo, «lo è, semmai, chi non lo fa». Riferimenti al Vietnam. Poi si congratula con tutti i presenti per il lavoro fatto.
10.44: ospite a sorpresa. Daniel Ellsberg, l’autore dei Pentagon Papers sulla guerra in Vietnam, presentato come il più importante whistleblower (rivelatore di notizie segrete) del mondo.
10.40: Phil Shiner di Public di Interest Lawyers concentra il suo intervento nel rimarcare quanto questa fuga di notizie non riguardi solo l’esercito americano, ma anche quello britannico.
10.36: Al colpo d’occhio la prima cosa che si nota è la completa assenza di donne, sul palco:
10.33: «delle morti per bombardamenti sapevamo quasi tutto, ma ora sappiamo molto di più a proposito dei fatti più piccoli. Queste informazioni ci permettono di documentare l’uccisione di 109mila persone, di cui l’ottanta percento civili».
10.29: Parla Sloboda di IraqBodyCount: «senza i giornalisti il mondo non saprebbe nulla della guerra in Iraq. Ora, però, sappiamo che c’è un’altra fonte che ha tenuto il conto del numero di vittime e abusi avvenuti in Iraq: l’esercito americano».
10.27: Hrafnsson: «voglio dire che questi documenti non contengono niente che metta a rischio la vita delle persone coinvolte». Sull’argomento, a riguardo dell’Afghanistan, c’erano state molte polemiche.
10.25: Assange conclude: «Abbiamo promesso alle nostre fonti, che rischiano la vita per divulgare queste notizie, di dare la più grande risonanza mondiale a queste notizie. Credo che ci siamo riusciti abbastanza». Ora parla Hrafnsson, sempre di WikiLeaks.
10.23: «Dopo la pubblicazione dei diari dell’Afghanistan abbiamo deciso di collaborare con dei capisaldi delle informazione mondiale: Spiegel, Guardian e altri gruppi come IraqBodyCount, Centre for Investigative Journalism, Al Jazeera…» si dimentica di Le Monde e glielo fanno notare. «Credo che questa collaborazione abbia funzionato molto bene».
10.21: sempre Assange: «nelle guerre la prima vittima è la verità, con questi documenti cerchiamo di ristabilirla almeno parzialmente»
10.18: dopo le presentazioni, parla Assange: «queste rivelazioni riguardano la verità».
10.13: entrano tutti insieme, Assange è chiaramente la star. Capannello di fotografi – almeno una trentina – per fotografare il fondatore di Wiki Leaks.
11.09: «come on, it’s already ten o’ clock». Gli inglesi non sono abituati alle conferenze stampa che cominciano in ritardo.
11.01: ancora non si vede nessuno. WikiLeaks usa Power Point.
10.55: qui la diretta annunciata da Sky (in inglese).
10.52: molte telecamere, moltissimi fotografi. Le persone, invece, non sono tantissime.
10.47: nella sala accanto ci sono le varie file e trafile per intervistare i partecipanti. Coda interminabile per un’intervista ad Assange, completamente vuote tutte le altre.
10.45: manca un quarto d’ora all’inizio, e nessuno degli oratori programmati è ancora arrivato.
10.37: la sala comincia a riempirsi, ci sono più iPhone che persone.
10.28: fra poco più di mezz’ora comincia la conferenza stampa. Sul palco sono attesi Phil Shiner di Public Interest Lawyers, John Sloboda di IraqBodyCount, Gavin MacFadyen del Centre for Investigative Journalism, oltre a Kristian Hrafnsson e Julian Assange di WikiLeaks.
10,15 (ora italiana): è atteso per le 11 italiane l’inizio della conferenza stampa convocata a Londra di Wikileaks ieri sera, per raccontare la pubblicazione congiunta da parte di diverse testate internazionali dei documenti segreti americani sull’intervento militare in Iraq, documenti resi disponibili da Wikileaks. Qui la diretta del Post di ieri notte sulle uscite successive.