Che fare della legge Pisanu
Il Corriere fa il punto della situazione sulle limitazioni alla diffusione delle connessioni wireless
La rete ne discute intensamente da molto, i media tradizionali hanno invece investito meno attenzione sulla questione della legge Pisanu e delle limitazioni imposte all’uso delle connessioni wi-fi in Italia. Stamattina però ne scrive il Corriere della Sera.
Rischia di rimanere «imprigionato» il Wi-fi in Italia. I più stretti collaboratori del ministro degli Interni, Roberto Maroni, stanno lavorando al dossier per capire quali sono le possibili mosse sul tema anche se Palazzo Chigi ieri, dopo il Consiglio dei ministri, ha preferito non comunicare nulla sulle nuove regole richieste da parlamentari di ambedue gli schieramenti per permettere la diffusione di servizi di navigazione pubblica senza fili. Il decreto Pisanu che, per finalità antiterroristiche, aveva introdotto nel 2006 forme ritenute ormai indigeste di schedatura degli utenti – per navigare da un Internet Point, un bar o una biblioteca bisogna mostrare un documento d’identità che deve essere fotocopiato – scade il prossimo 31 dicembre.
Il tempo stringe ma nulla sarebbe stato deciso. Ad oggi la posizione del ministero degli Interni sarebbe quella di mantenerne intatta l’ossatura del decreto attuale, fatta salva la sostenibilità politica della proroga che ogni anno scatena polemiche. La lista dei sostenitori del «Wi-fi libero» si allunga di ora in ora. E non solo, com’è naturale tra blogger e guru del web. Ma anche tra i politici: l’abrogazione dell’articolo 7 del decreto è stata richiesta da Paolo Gentiloni (Pd), Linda Lanzilotta (Api), Luca Barbareschi (Fli) e Roberto Rao (Udc). Antonio Di Pietro (Idv): ora il governo rimuova i blocchi sull’wi-fi. Anche il blog di Pier Ferdinando Casini ha dato spazio al tema. E il ministro Renato Brunetta aveva detto giorni fa di non vedere motivi per non «liberare la rete», lasciando sperare che fosse la volta buona.
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