Perché Newsweek non esce più in Russia?
Newsweek Russia chiude, era una delle poche testate indipendenti e critiche verso il governo
L’edizione russa della rivista americana Newsweek non uscirà più: lunedì è arrivato l’annuncio ufficiale dopo sei anni dalla sua apertura. Il direttore Mikhail Fishman ha detto che i motivi della chiusura sono puramente economici – «la rivista non generava più profitti» – ma resta il fatto che Newsweek era una delle poche testate indipendenti ancora presenti in Russia e una delle poche voci critiche del governo. Ieri però l’edizione statunitense della rivista ha pubblicato un articolo sul sito di Newsweek, intitolato “I veri motivi per cui Newsweek ha chiuso in Russia”, in cui spiega che oltre ai problemi di natura economica ci sono altre ragioni che hanno costretto Newsweek a chiudere i battenti.
Affari e politica non sono mai scollegati in Russia, e la rivista ha avuto più di un’occasione di scontro con le autorità di governo. Uno degli scoop più grossi di Newsweek Russia – e uno che gli ha guadagnato l’inimicizia di almeno una parte del Cremlino – era stato quello sulle origini della famiglia di Vlasdislav Surkov, vice capo dello staff di Putin. Nel 2005 il magazine rivelò che il padre di Surkov, Andarbek Danilbekovich Dudayev, era di origine cecena e che Surkov si era adoperato per tenerlo nascosto. «Surkov era molto arrabbiato quando pubblicammo quella storia con le foto della sua famiglia in Cecenia», spiega Leonid Parfenov, che all’epoca era direttore della rivista «gli ho dovuto spiegare che non poteva pensare di tenere segrete le sue origini cecene».
In un’altra occasione Newsweek aveva pubblicato una lettera indirizzata al presidente degli Stati Uniti Barack Obama e firmata da 71 membri del Congresso, in cui si chiedeva a Obama di non incontrarsi con una delegazione russa guidata da Surkov a meno che il governo russo non dimostrasse di impegnarsi concretamente per allentare la censura sui media e ripristinare maggiore libertà d’espressione nel paese. Surkov – tuttora molto potente al Cremlino – era stato l’uomo che aveva tenuto le redini della stampa quando Putin era presidente e interpretò quindi quella lettera come un atto di pubblica umiliazione da parte della rivista. Al punto che poco dopo l’uscita di quel servizio, durante un incontro con un corrispondente di Newsweek, Surkov finse caparbiamente di non avere mai sentito parlare di Newsweek.
Non c’è mai stato nessun attacco diretto contro Newsweek da parte del Cremlino, scrive il giornale, ma ci sono molti altri modi con cui si può riuscire a mettere in difficoltà una testata.
Lo scorso aprile – sul sito della sezione giovanile del partito di Putin, Russia Unita – iniziarono a circolare una serie di video online che prendevano di mira alcuni oppositori politici, tra cui il direttore di Newsweek Russia Mikhail Fishman. I video mostravano Fishman colto apparentemente a sniffare cocaina in compagnia di una donna in abiti succinti. L’operazione, che aveva richiesto l’uso di telecamere nascoste e di un’organizzazione meticolosa, portava tutti i segni di una classica trappola in stile KGB. Quindi alla fine è vero che i motivi per cui Newsweek ha chiuso sono stati commerciali, ma è anche vero che è stata l’indipendenza della rivista che ne ha fatto una patata bollente che in Russia nessuno voleva più avere tra le mani.
Con la chiusura di Newsweek aumenta anche la pressione sulle altre, poche, testate russe rimaste ancora indipendenti. Recentemente anche Novaya Gazeta – il giornale sui cui scriveva Anna Politkovskaya – è stato richiamato dal governo per via di una sua inchiesta. «Con un altro di questi avvisi saremmo costretti a chiudere», ha detto la portavoce del giornale Nadezhda Prusenkova. «È probabile che tra un anno nessuno potrà più trovare il nostro giornale nelle edicole», ha aggiunto Prusenkova «tutto il liberalismo di cui parla Medvedev non esiste, la realtà è che la libertà di stampa in Russia sta diventando ancora più tetra di quanto non fosse con Putin». Cinque giornalisti di Novaya Gazeta sono stati uccisi negli ultimi anni, tra cui appunto Anna Politkovskaya.