Intanto, in Belgio…
Il re belga ha incaricato Johan Vande Lanotte di riaprire i negoziati tra i partiti per la formazione di un nuovo governo
Dopo quattro tentativi falliti, a 130 giorni dal voto politico anticipato di giugno, re Alberto II di Belgio ha incaricato l’ex presidente del partito socialista fiammingo e ed ex vice primo ministro Johan Vande Lanotte di preparare, in veste di “conciliatore”, le condizioni per riaprire i negoziati tra i partiti per la formazione di un nuovo governo.
Lanotte ha dichiarato di essere consapevole della difficoltà della sua missione, e ha sottolineato che non si limiterà all’imposizione di un calendario. Ha detto poi che lavorerà con la massima discrezione e che non intende rilasciare commenti prima del prossimo 2 novembre, data in cui farà un primo rapporto al capo dello Stato: la sua conferenza stampa è durata un minuto e cinquantuno secondi.
Conformemente alla missione conferitagli, il senatore socialista fiammingo ha indicato che il suo obiettivo sarà ristabilire la fiducia tra i sette partiti impegnati finora nella ricerca di un compromesso in vista di una riforma dello Stato. Il suo lavoro di conciliatore lo condurrà a procedere all'”oggettivazione” delle proposte per le riforme con i diversi partiti coinvolti ma anche con il Bureau du plan (un’agenzia pubblica federale che si occupa di analisi e previsioni economiche) e la Banca Nazionale che saranno invitati a trascrivere in cifre più precise le diverse proposte.
Vande Lanotte si è detto convinto della necessità di una riforma dello Stato volta a rispondere alle sfide sociali e socio-economiche del paese. Per la sua missione, non è stata stabilita una data di scadenza.
Come spiega France24, i recenti fallimenti nelle trattative sono arrivati quando i partiti della zona francofona del Belgio hanno respinto una bozza sul il futuro del paese elaborata dal leader della Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA) Bart De Wever, dando inizio a scambi amari tra i partiti che avrebbero dovuto collaborare.
Vande Lanotte dovrà cercare un equilibrio tra le richieste da parte dei fiamminghi per le Fiandre di lingua olandese, e le preoccupazioni della parte francofona in merito al fatto che un grado ulteriore di devolution sarebbe un passo verso la frattura del Belgio, cosa a cui i francofoni si oppongono.
Sondaggi recenti hanno mostrato che a volere che il Belgio si divida è soltanto una minoranza, anche nelle Fiandre dove i separatisti hanno vinto con il 45% dei voti.
Alcuni quotidiani belgi all’inizio della settimana hanno scritto che la probabilità di nuove elezioni comincia ad essere molto alta e che probabilmente l’incarico a Vande Lanotte è l’ultimo tentativo del re per evitarlo.
“Con Vande Lanotte almeno hai qualcuno con molta esperienza, in generale e per quanto riguarda le riforme. A volte questi incarichi sono di facciata, ma Vande Lanotte potrebbe avere un ruolo più attivo”, ha detto Dave Sinardet, professore di Scienze Politiche alle Università di Bruxelles e Anversa.
– Gli articoli del Post sulle elezioni e la crisi politica belga