Non è colpa di nessuno
Il presidente della Campania sul caos dei rifiuti assolve tutti: se stesso, il governo, persino Bassolino
Qualche giorno fa il Corriere della Sera raccontava che dal 21 maggio 2008, data del primo strombazzato consiglio dei ministri del governo Berlusconi a Napoli, “non è stato fatto niente”: e quindi non c’era granché da stupirsi relativamente all’odierno ritorno delle proteste e dei camion bruciati in Campania, dove evidentemente il problema dello smaltimento dei rifiuti è tutt’altro che risolto.
Eppure quella per cui Berlusconi ha-risolto-il-problema-dei-rifiuti-a-Napoli è una frase che abbiamo sentito ripetere fino alla nausea: in campagna elettorale, sui giornali, durante i talk show. Come un mantra, e per giunta con la contraddizione di ritenere Bassolino e Iervolino complici del disastro quando al governo c’era Prodi, cioè quando le cose andavano male, e attori ininfluenti quando governava Berlusconi, cioè quando le cose andavano bene. Ora però le cose che stanno succedendo a Terzigno fanno diventare complicato millantare successi su quel fronte, e bisognerà quindi cominciare a chiedere conto alla maggioranza dei suoi pomposi annunci.
Repubblica comincia interpellando Stefano Caldoro, eletto la scorsa primavera alla presidenza della regione Campania. Caldoro dice che lo sapeva, che “non sarebbe stata una passeggiata”, ma che “è inutile prendersela con il governo” perché “tocca a noi, enti locali”. Ancora un altro ribaltamento, l’ennesimo: ieri il governo aveva fatto il miracolo nonostante gli enti locali, oggi il governo non c’entra più niente e tocca agli enti locali. E avrà pure ragione, Caldoro, quando chiede ai cittadini di “credere a ciò che gli diciamo”, e che la discarica “sarà sicura, moderna e priva di qualunque rischio per la salute”, ma d’altra parte a quei cittadini – quelli di Terzigno – era stata data la garanzia che la discarica non si sarebbe fatta. Prima invece gli era stata data garanzia che si sarebbe fatta, con la legge del 2008. Insomma: è un po’ difficile chiedere ai cittadini di fidarsi di quello che gli si dice, oggi.
Quando Repubblica chiede però a Caldoro la domanda delle domande, quella sull’esito del miracolo berlusconiano a Napoli, questo si fa sfuggente.
Non sarebbe meglio partire dall’inizio, e riconoscere che il miracolo berlusconiano della soluzione al disastro rifiuti non c’è mai stato?
«Certamente dobbiamo tutti, dico tutti, rimboccarci le maniche. Ma respingo fermamente la ricostruzione del fallimento del piano Berlusconi-Bertolaso. Il presidente del Consiglio, con il capo della Protezione civile, hanno avviato tutti i passi necessari affinché si mettesse in moto una gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti. È stato comunque risolta un’emergenza dall’eccezionale gravità ed avviato finalmente al funzionamento il termovalorizzatore di Acerra».
È vero che il termovalorizzatore di Acerra è stato avviato, solo che funziona a mezzo servizio quando va bene. Quando va male è spento del tutto. Caldoro dice che si tratta di “piccole sfasature”, comunque “già risolte”. Gli si chiede allora, se è vero tutto quello che dice, che colpe avesse Bassolino che lui non ha. Bassolino denunciava la difficoltà a superare le pressioni della camorra: quindi queste pressioni ci sono o no? La risposta a questa domanda porta alla riabilitazione di Bassolino, praticamente, nonché a un ridimensionamento del ruolo della camorra. E quindi finisce che quasi non è colpa di nessuno: sua no, che governa da pochi mesi; del governo no, che ha fatto il miracolo; di Bassolino no, che è stato una vittima; quasi manco della camorra, alla quale le discariche potrebbero persino star bene.
«Io dico che non è vero che la camorra vuole sic et simpliciter l’apertura delle discariche. Penso che le organizzazioni criminali ci guadagnino nel disordine. La camorra vuole che non si faccia niente, vuole che alla fine si debba agire sotto l’onda degli scontri, e dell’abusivimo. La camorra ha sempre lucrato su questi settori. Ed è stato vero per 15 anni, non è mai stato denunciato con forza».
Lo denunciava anche Bassolino, ma si diceva fosse un alibi.
«Penso che anche Bassolino, che per me è persona onesta, sia stato una vittima di questa situazione. Una vittima che non ha voluto decidere fino in fondo. Da quindici anni non si decide fino in fondo».