A 9 anni si può tornare da scuola da soli?
Il tribunale di Trieste dice di no, anche se sono duecento metri
Le questioni che riguardano l’educazione all’autonomia e all’indipendenza dei figli si scontrano sempre di più con le preoccupazioni sulla loro sicurezza, cresciute in questi anni spesso con saggezza e a volte con eccessi iperprotettivi. In un paese della provincia di Udine la richiesta di una famiglia che il proprio figlio di nove anni potesse tornare a casa da solo da scuola è stata bocciata dal tribunale.
Un bambino di nove anni non può fare da solo il tragitto da scuola a casa, nemmeno se il «viaggio» è di duecento metri. Lo ha stabilito ieri il Tribunale di Trieste. La vicenda nasce a Buja, paesino a Nord di Udine. Da più di un anno, gli alunni delle scuole elementari dell’istituto comprensivo locale non possono lasciare la scuola da soli. Nemmeno il piccolo protagonista della vicenda, che abita appunto a duecento metri da scuola.
Ma la madre non si è rassegnata. Dopo il primo blocco imposto dalla dirigente dell’Istituto, Elisabetta Zanella, a novembre 2009 la donna ha ricevuto una notifica della Procura di Tolmezzo (Udine): i carabinieri avevano notato che i genitori non andavano a prendere il piccolo, l’avevano portato a casa, e segnalato il caso alla Procura. In meno di un mese la vicenda si era risolta con una veloce archiviazione.
Ma la questione si è riproposta ogni giorno. Prima la dirigente della scuola ha chiesto una permesso firmato per lasciare andare gli alunni. Poi, per tutelare dal punto di vista legale l’istituto e i docenti, ha imposto il divieto d’uscita per il bimbo che frequenta la quinta elementare. Non solo: nell’era delle paure, per documentare la pericolosità di quei duecento metri, la dirigente ha richiesto una perizia alla Polizia locale. Risultato: nel tragitto non sono esclusi «elementi di pericolosità».
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