Il dilemma di Cevenini
Candidato strafavorito del centrosinistra a Bologna, lunedì ha avuto un'ischemia
Maurizio Cevenini era divenuto nel giro di poche settimane il probabile prossimo sindaco di Bologna, dopo che l’assenza o il ritiro di altre candidature del centrosinistra aveva fatto rimanere il suo nome l’unico possibile, malgrado diversi mugugni iniziali. Alle prossime primarie avrà un paio di concorrenti senza nessuna chance, e il centrodestra non è ancora riuscito a trovare un suo candidato, tra molti litigi e fallimenti.
Lunedì però Cevenini ha avuto un malore ed è stato ricoverato in terapia intensiva per una “ischemia transitoria”. Le sue condizioni sono subito migliorate ma nei giorni successivi i medici hanno sempre più insistentemente lasciato capire che condizioni di fatica e stress non sono consigliabili e che potrebbero portare a nuovi problemi. E ieri il direttore sanitario dell’ospedale ha sconsigliato Cevenini di proseguire la campagna elettorale.
Alla domanda cruciale, e cioè se il Cev è in grado di fare la vita di un candidato o di sindaco, la risposta è stata netta: “Direi di no”.
Il fratello e la moglie di Cevenini hanno dichiarato di sperare che lui si ritiri. I tifosi del Bologna esporranno domenica uno striscione che dice “Salvate il soldato Cev”. Oggi sarà trasferito dalla terapia intensiva al reparto, dove resterà almeno fino a domenica. La decisione sul da farsi poi è delicatissima e non invidiabile: dopo essere stata criticata perché troppo “di basso profilo”, la scelta della candidatura Cevenini cominciava ad attecchire bene in una città molto delusa dagli ultimi sindaci “di alto profilo” (Cofferati e Delbono, uno percepito come assente e l’altro travolto da uno scandalo di favori) e che sta apprezzando molto il lavoro di gestione della città condotto con concretezza dal commissario straordinario Anna Maria Cancellieri.
(foto Nucci/Benvenuti)
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