Il capo di Al Qaida che pranzò al Pentagono
Nei mesi successivi all'11 settembre gli americani presero contatti con Anwar al-Awlaqi, accusato oggi di terrorismo
Nei mesi successivi alla strage dell’11 settembre gli Stati Uniti invitarono a pranzo al Pentagono Anwar al-Awlaqi, ritenuto oggi uno dei leader di Al Qaida più pericolosi per la sicurezza americana, con l’intenzione di avviare contatti “diplomatici” con l’integralismo islamico. Lo ha rivelato ieri la rete televisiva Fox News e la notizia sta venendo confermata e arricchita di particolari.
Awlaki ha oggi 39 anni ed è nato nel New Mexico da genitori di origine yemenita: è cittadino di entrambi paesi. È un noto leader spirituale islamico (qui l’estesa e contestata pagina di Wikipedia che lo riguarda) ed è considerato dalle autorità americane ispiratore, reclutatore e addestratore di atti terroristici compiuti da militanti di Al Qaida. Le sue ampie attività di proselitismo su internet hanno fatto usare per lui l’espressione “il bin Laden della rete”. L’Amministrazione Obama ha autorizzato la sua “uccisione mirata”.
Secondo Fox News, l’incontro al Pentagono fu proposto allora da una funzionaria della Difesa che aveva assisitito a un discorso di Awlaki ad Alexandria in Virginia. La funzionaria ha rivelato la vicenda nel corso dell’inchiesta sulla recente strage di Fort Hood (come mostrato in questi documenti ufficiali), e ha raccontato che nel suo discorso Awlaki condannò il terrorismo e fu attaccato dai presenti, ma seppe “reggere bene” alle accuse: e che le sembrò un leader “moderato” interessante da avvicinare per il Pentagono, al tempo affannosamente in cerca di contatti del genere. Il colonnello Dave Lapan ha confermato la storia all’agenzia AFP.
Awlaki, che si ritiene si trovi in Yemen, è stato di recente accusato di aver ispirato l’attentato di Times Square e di avere avuto contatti con Nidal Malik Hasan, il militare che ha ucciso tredici persone nella base di Fort Hood, lo scorso novembre. Dopo le rivelazioni di Fox News è già cominciato un reciproco accusarsi tra esercito, Ministero della Difesa e FBI, sulle iniziative indipendenti prese nei mesi successivi all’11 settembre. A quanto pare, malgrado Awlaki fosse stato al tempo interrogato dall’FBI in relazione all’attentato alle Torri Gemelle, il Pentagono – responsabile dell’invito – non ne era informato.