Il piacere di alzarsi con iPad
Marco Belpoliti sulla Stampa supera il tabù del confronto tra giornali di carta e digitali
Marco Belpoliti, attento analista dei cambiamenti attraverso lo studio degli oggetti e delle nostre relazioni con gli oggetti, ha una rubrica sulla Stampa in cui stamattina ha abbozzato una riflessione sui nuovi rapporti che abbiamo con i giornali:
A Milano, una delle città d’Italia con il più alto numero di lettori di quotidiani e riviste, chiude un’edicola di giornali al mese. In due anni oltre trentadue.
Anche le rivendite di carta stampata situate all’interno di bar, tabaccherie, supermercati diminuiscono: un terzo in meno nel 2010; sempre a Milano, siamo passati da 180 punti vendita a 131. A Roma, invece, sembrano resistere. Lì il Comune ha realizzato un modello unico di chiosco per i giornali: a forma ottagonale in centro, rettangolare in periferia. Tuttavia anche lì l’edicola sembra avere i giorni contati.
Da circa 1000 persone che visitavano un’edicola durante una giornata, e compravano giornali e riviste, si è scesi a 700. D’altro canto, le edicole erano già poche anche nel loro momento di massimo fulgore: un mercato chiuso, monopolistico. In tanti abbiamo fatto l’esperienza di cercare un’edicola aperta dopo le 19,30 di sera, o di trovare il quotidiano preferito la domenica: chilometri per via delle edicole chiuse per turno, e le rare aperte con le copie terminate. Il sistema distributivo dei giornali è stato una delle cause della scarsa diffusione dei quotidiani.
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