La Francia senza carburante
Continuano le proteste contro la riforma delle pensioni, gli aeroporti stanno finendo le riserve di carburante
Quinto giorno di proteste in Francia contro la riforma delle pensioni che questa settimana dovrebbe essere approvata al senato. Da ieri le agitazioni si sono concentrate nel settore dell’energia, con scioperi in corso nelle principali raffinerie del paese e il conseguente blocco dei rifornimenti petroliferi. L’aeroporto principale di Parigi, Charles de Gaulle, sta finendo le riserve di carburante e tra lunedì sera e martedì potrebbe fermarsi. Paris Orly invece sembrerebbe avere riserve per altri diciassette giorni.
Oggi sono stati programmati circa 230 cortei in tutto il paese, mentre martedì ci sarà un nuovo sciopero generale alla vigilia del voto di mercoledì in senato. La riforma è uno dei punti chiave del programma politico del presidente francese Nicolas Sarkozy, che difficilmente farà marcia indietro. Uno dei punti più contestati è quello che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 60 a 62 anni entro il 2018 e il passaggio da 65 a 67 anni per ottenere la pensione completa.
I sindacati accusano Sarkozy di gettare ingiustamente sulle spalle dei lavoratori il peso del debito del paese, ma il presidente finora ha sempre ribadito che la riforma è necessaria: «Non sono ossessionato dalla riforma ma ho la responsabilità di guidare la quinta economia mondale, in un mondo che si muove continuamente» ha dichiarato giovedì «non possiamo chiudere gli occhi davanti al deficit e ai ritardi, il nostro dovere è agire nell’interesse generale». Ieri la polizia, su ordine di Sarkozy, ha sgombrato i picchetti che impedivano l’accesso ai depositi di carburante, ma nelle raffinerie non si lavora e anche i camionisti sono stati invitati a scioperare. Molti automobilisti sono corsi a fare il pieno di benzina e il governo ha autorizzato il ricorso alla riserve strategiche, che ammontano a più di tre mesi di carburante, per evitare che il paese resti a secco.
La protesta è cresciuta costantemente negli ultimi giorni grazie anche al coinvolgimento degli studenti, che hanno iniziato a occupare le scuole e in alcuni casi si sono anche scontrati duramente con la polizia. Un ragazzo di 16 anni colpito da una pallottola di gomma sparata da un agente ora rischia di perdere un occhio. Il ministro dell’Interno ha chiesto a polizia e gendarmi di «limitare l’uso della forza», si teme infatti che l’intensità degli scontri possa aumentare proprio con l’avvicinarsi del voto parlamentare. Secondo la polizia, circa un milione di persone sono scese in strada durante lo sciopero dello scorso martedì. I sindacati parlano di più di tre milioni.