Arriva il nuovo colpo di Wikileaks?
Si prevede a giorni una nuova diffusione di documenti segreti sulla guerra in Iraq
“La pubblicazione potrebbe arrivare già domenica sera”, dice un articolo sul sito MSNBC dedicato alle intenzioni di Wikileaks, il sito che ospita documenti riservati di generi vari e diversi. Di un nuovo lotto di documenti segreti relativi questa volta all’intervento militare americano in Iraq si parla da subito dopo la diffusione da parte di New York Times, Guardian e Spiegel dei rapporti riservati sull’Afghanistan, alla fine del luglio scorso. Poi a settembre Newsweek ha scritto di avere elementi più concreti per immaginare imminente questa nuova pubblicazione, che teneva in ansia il Pentagono.
Iain Overton, direttore di un’organizzazione giornalistica non profit londinese (The Bureau of Investigative Journalism) ha detto a Mark Hosenball di Newsweek che il BIJ starebbe lavorando assieme ad alcune altre testate cartacee e televisive alla produzione di una serie di inchieste e articoli basati su un nuovo lotto di documenti segreti forniti da Wikileaks, questa volta riguardanti le operazioni militari americane in Iraq.
Come è già avvenuto con i documenti riservati relativi alla guerra in Afghanistan, le diverse testate appartenenti a differenti paesi pubblicheranno le loro inchieste simultaneamente lo stesso giorno. Overton si è limitato ad aggiungere che la mole di documenti analizzati è impressionante e supera in numero quelli afghani, e che il lavoro che si sta compiendo “tiene conto delle lezioni passate”, in relazione alle polemiche sulle conseguenze delle precedenti pubblicazioni per i collaboratori afghani citati nei documenti.
Della nuova pubblicazione riferiscono oggi diverse agenzie. Secondo una fonte del Pentagono citata da MSNBC, la preoccupazione delle autorità militari americane è legata al “non avere idea di cosa sarà pubblicato”. Si tratterebbe di 400 mila documenti relativi alla presenza americana in Iraq (quelli diffusi sull’Afghanistan erano 75 mila), e al Pentagono stanno esaminando una enorme mole di incartamenti alla ricerca di elementi e informazioni la cui pubblicazione potrebbe creare rischi alla sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi informatori. Anche se oggi il Pentagono non ritienecompromessa nessuna delle sue fonti dopo l’uscita di Wikileaks di luglio. In un rapporto interno reso pubblico nei giorni scorsi, il Ministro della Difesa Robert Gates scriveva:
Una prima valutazione sancisce che la maggior parte delle informazioni contenute in quei documenti si riferisce a operazioni di tattica militare. (…) Questo non diminuisce in nessun modo il rischio per la sicurezza nazionale, ma l’analisi non ha indicato a oggi che nessuna fonte o metodo dell’intelligence sia stata compromessa”
Quindi, continua l’articolo, a differenza di quanto detto in più occasioni negli scorsi mesi, nessuna fonte o collaboratore dell’esercito americano sarebbe stata oggetto di rappresaglie o ritorsioni.
Stamattina intanto l’Espresso ha pubblicato un rapporto sulla presenza italiana in Afghanistan basato su un nuovo lotto di documenti di Wikileaks non pubblicati a luglio.