Luttazzi risponde alle Iene
Un lungo post sul suo blog torna sulla questione delle accuse di plagio delle battute e sulla puntata delle Iene
Tornando a scrivere estesamente sul suo blog dove nelle ultime settimane pubblica quasi soltanto appunti di battute e idee satiriche, Daniele Luttazzi ha diffuso oggi una nuova lunga e polemica spiegazione sulla questione delle accuse di plagio nei suoi confronti che si trascina da anni in rete, e che qualche settimana fa è stata trattata da un servizio delle Iene.
Quanto accanimento, ragazzi! Finirò per montarmi la testa.
Intrighi degli stati combattenti
2005: racconto su questo blog il gioco che da anni conduco con i fan, una Caccia al tesoro, di cui illustro modi (citazioni da trovare) e motivazioni (stratagemma di Lenny Bruce).
2007: il Foglio commenta la chiusura di Decameron accennando alla Caccia al tesoro: il fatto è noto.
2008: compare su internet un blog anonimo che mi diffama elencando “i plagi di Luttazzi”;
si tratta in realtà di citazioni per la Caccia al tesoro, di calchi e di riscritture con variazioni, ammonticchiati alla rinfusa come in un ossario, a impressionare i bimbi: ma non sono plagi;
citazioni nascoste, calchi e riscritture con variazioni sono, infatti, tecniche legittime, che si imparano frequentando i Grandi (Chaplin, Totò, Lenny Bruce, Woody Allen, Plauto, Shakespeare, Moliere, Mozart, Rossini, Puccini, John Zorn, Picasso, Joyce, Nabokov, Beckett, Barth, Barthelme, Pynchon…).
2010: due mesi dopo il mio successo a Raiperunanotte, che è andato di traverso a molti, qualcuno fa partire la rappresaglia postando su Youtube un video diffamatorio che mostra quelli che il blog del 2008 definiva “i plagi di Luttazzi”;
ovviamente il videobiscotto non spiega che sul web la notizia delle battute citate l’ho data io, senza nascondere nulla, 5 anni prima (per questo è diffamazione: se infatti titoli “Caccia al tesoro, ecco quelle che ho trovato”, la diffamazione sparisce; ma con lei, la notizia);
invece, con questa menzogna fondamentale, la notizia diventa appetitosa (“Luttazzi è disonesto!”);
il video anonimo e diffamatorio viene inviato a centinaia di siti web, giornalistici e non;
il Giornale.it si butta a pesce sulla notizia appetitosa, subito imitato da altri quotidiani che abboccano, fra cui l’Unità e Repubblica: la notizia è troppo ghiotta per non farne una scorpacciata;
paraculissimi, titolano “La Rete smaschera Luttazzi”: è una balla, la Rete non ha smascherato una cippa, ma in tal modo possono sparare la notizia appetitosa al riparo da querele;
non verificano la notizia appetitosa prima di stamparla, nè indagano sugli anonimi diffamatori;
pretendono invece da me spiegazioni che sono sul mio blog da 5 anni: una disinformazione che mi colloca automaticamente, senza alcun motivo, sulla scena del crimine.
Insomma, un bocconcino alla Kafka; ed esistono destini più infausti. Ribadisco lo stesso come stanno le cose in due interviste esclusive: al Fatto quotidiano (giugno) e a GQ (luglio);
scrivo anche un post sul blog (“Luttazzi smascherato!”) che non lasci dubbi agli insaziabili;
ma sono tempi che tutto serve, anche una vigliaccata, a far salsiccia;
e così, a fine agosto, arrivano i rinforzi: un equipaggio delle Iene mi fa una imboscata in spiaggia;
(continua a leggere sul blog di Daniele Luttazzi)