La volta che fu Arpisella a minacciare i giornali
Panorama pubblica le registrazioni delle telefonate intimidatorie del portavoce di Marcegaglia a un suo giornalista
Le cronache politiche e giudiziarie dell’ultima settimana hanno girato molto all’indagine sulla direzione del Giornale istruita dalla procura di Napoli allo scopo di verificare se le telefonate tra il vice direttore Nicola Porro e Rinaldo Arpisella, portavoce della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, costituissero “violenza privata”.
La storia è nota e un po’ intricata: il Post l’aveva raccontata qui, da giorni i talk show politici se ne occupano facendo ascoltare la registrazione della telefonata incriminata. In sintesi, l’accusa sostiene che Porro abbia minacciato la pubblicazione di una serie di inchieste sugli “affari privati” della famiglia Marcegaglia, per punire le sue critiche al governo e le sue scarse attenzioni riservate al Giornale. Porro ha detto che il tono della conversazione – per quanto sopra le righe – era scherzoso e che la frequenza dei suoi rapporti con Arpisella era tale da giustificarlo. Arpisella e la stessa Marcegaglia hanno lamentato invece di essersi sentiti minacciati: la presidente di Confindustria ha detto ai magistrati di aver avvertito un tentativo “di coartare la mia volontà” e “un rischio reale e concreto per la mia persona e la mia immagine”.
Il numero uscito oggi del settimanale Panorama approfitta del caso per raccontarlo da un altro punto di vista, o meglio: per raccontare della volta che Rinaldo Arpisella era al telefono con un loro giornalista, ma a parti invertite. Con Arpisella a intimare al giornalista cosa scrivere e cosa non scrivere minacciando ritorsioni. La storia risale al 2009. Il giornalista Giacomo Amadori sta scrivendo un’inchiesta sui presunti illeciti nella raccolta dei rifiuti in Puglia. L’azienda protagonista della vicenda si chiama Cogeam, il suo azionista di maggioranza è proprio il gruppo Marcegaglia. Amadore racconta di aver fatto molte telefonate, in quei giorni, e di averle registrate allo scopo di essere certo di riportare correttamente le parole degli intervistati e tutelarsi da eventuali smentite. Il 26 agosto riceve questa telefonata da Rinaldo Arpisella, che allora non era ancora portavoce di Emma Marcegaglia in quanto presidente di Confindustria ma “dichiara di parlare a nome del gruppo Marcegaglia”.
La registrazione si può ascoltare qui. Panorama ne pubblica anche una trascrizione.
«Lasciamo fuori la Marcegaglia da queste cose, che non c’entra assolutamente nulla, semmai riguarda alcuni operatori locali, non riguarda assolutamente noi. (…) Lascia fuori Marcegaglia da questa cosa, non c’entra un cacchio… Nel caso in cui, è ovvio, ed evidente, che se ci dovessero essere stati comportamenti poco leciti di soci o eventuali soci, è ovvio ed evidente che scindi manon… necessariamente coinvolgere Marcegaglia in questa cosa, anche perché questo creerebbe grossi problemi a Emma e tu sai quali sono i rapporti di Confindustria con l’attuale governo. Scusami se sono esplicito, ma è inutile girare attorno a un dito (…) anche perché a questo punto, siccome volete dedicare la copertina a Emma del prossimo numero, con una lunga intervista, la faccio saltare. Cioè lo dico subito al direttore e lascio perdere, insomma (…). Voler mettere dentro il nome di Marcegaglia vuol dire solo buttar fango e delegittimare (…). Io ora dico al tuo direttore che l’intervista salta, pace e amen»
Insomma, Arpisella chiede che Marcegaglia non venga citata e minaccia due cose: di cominciare ad attaccare il governo, cui Panorama è vicino, e di annullare la copertina a Marcegaglia prevista per il numero successivo. Potete giudicare da voi il tono di Arpisella, ascoltando la telefonata, ma si tratta di un messaggio poco equivocabile: e i due sono estranei, non si erano mai sentiti prima. C’è poi una seconda telefonata, dai toni ancora più minacciosi.
«Lascia fuori il nome (di Marcegaglia, ndr) dal (termine incomprensibile, ndr), ti prego per cortesia (…). Ti spiego alcune cose che non vanno dette nemmeno per telefono: guarda che si incazzano anche in alto i tuoi, su questa cosa (…), perché se incominciamo a rompere i coglioni noi al governo, cioè capisci, come Confindustria… Perché tirare in ballo questa roba qua? Ma che cazzo ti frega, nella completezza del pezzo, fare riferimento a Marcegaglia? Parla di Cogeam (il Consorzio stabile di gestioni ambientali, di cui fanno parte società di Marcegaglia, ndr), che te frega… Hai capito il senso? (…) Anche perché dobbiamo fare la copertina… facciamo (termine incomprensibile, ndr) in copertina e poi mi vieni in culo tu con quel pezzo?»
Panorama comunque pubblicherà l’inchiesta in questione, e avrà comunque la copertina con la presidente di Confindustria una settimana dopo. Emma Marcegaglia ha commentato le registrazioni dicendo di non esserne “minimamente a conoscenza” e che “i giudizi che esprimo come presidente non sono mai dipesi né mai dipenderanno da quello che i media scrivono o non scrivono”. Il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, ha criticato molto Arpisella, definendolo “ipocrita”: “impartiscono lezioni di giornalismo e al tempo stesso additano come schiavi del potere quei giornalisti che non la pensano come loro”. Poi dice di pensare che in tutta la vicenda, alla fine, Marcegaglia non c’entra niente.
L’articolo oggetto delle scorribande linguistiche del solerte portavoce della presidente della Confindustria venne pubblicato esattamente nei termini in cui era stato previsto. E l’intervista successiva si svolse secondo i nostri programmi. Tutto ciò mi fa credere che la presidente Marcegaglia non fosse al corrente delle minacce (oggi si usa chiamarle così) del suo portavoce a Panorama. Spero di non sbagliarmi e comunque sono certo che Emma Marcegaglia avrà modo di chiarirlo.