Fuori tutti, è stata una bella giornata
Tutti e 33 i minatori sono usciti da sottoterra: operazioni concluse alle sei di stamattina
Alle cinque e ventuno di stamattina, ora italiana, dalla miniera di San José è risalito anche l’ultimo dei sei uomini del soccorso che erano scesi ad aiutare le operazioni di recupero cominciate più di 24 ore prima. Ma Luis Urzua era uscito dalla gabbia-ascensore a forma di missile già alle 2 e 56, ultimo dei 33 minatori intrappolati per settanta giorni nella miniera, anche lui abbracciato da compagni e parenti, e poi dal presidente cileno Sebastian Pinera che ha seguito tutte le operazioni.
Il rituale del’uscita, divenuto familiare a tutto il mondo, si è ripetuto così un’ultima volta, ritrasmesso da tv e internet in diretta. L’apertura della gabbia, lo scioglimento delle cinghie di protezione, i parenti che scalpitano e aspettano imbarazzati che qualcuno dica loro che possono fare quei due passi per abbracciare il salvato, preceduti dagli uomini del salvataggio che gli sono già intorno. E poi i caschi che cadono, le bandiere che vengono dispiegate, gli abbracci che si ripetono, e quello col presidente, tutto però con un ordine e una compostezza rari, e ogni volta senza che si perda l’emozione di assistere a un simile spettacolo: che da ieri è commentato con meravigliata commozione su siti e giornali di tutto il mondo.
Malgrado tutta l’attenzione che c’era stata, fino al giorno prima il tema dominante nelle cronache era la preparazione del “grande circo mediatico”, ciniche osservazioni sull’esaltazione della vicenda, sulle discussioni tra parenti dei minatori, sui diritti editoriali a venire: non eravamo preparati, invece, a rimanere magneticamente attaccati alla semplicità della storia, delle immagini e della facce. Per non parlare di quello spiazzo nudo e povero, una bandiera mal sistemata, sedie per i parenti arrugginite che parevano uscite da un bar degli anni Sessanta e strumenti di estrazione antimoderni: carrucole di ferro sporche e opache, caschetti abusati, solo qualche maglietta con su scritto “Chile” preparata per l’occasione. “Un grande fratello in cui però ci tenevi”, ha scritto il critico televisivo del Guardian.
Oggi ancora si sprecheranno i commenti come questo, alcuni banali e alcuni meno, poi passerà e speriamo di non dover sapere di litigi, ipocrisie e avidità. Qualcuna capiterà, ma non saranno più fatti nostri. È stata una bella giornata.
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