Ne è valsa la pena
Riccardo Luna dà otto risposte sulla campagna di Wired per il Nobel a Internet
Sul nuovo sito di Wired, oggi il direttore Riccardo Luna risponde a un po’ di domande, illazioni e obiezioni a proposito della campagna per il Nobel per la Pace a internet, lanciata dall’edizione italiana di Wired.
Subito dopo l’annuncio del Nobel della Pace a Liu Xiaobo, sono comparsi due post complessivamente molto critici sul valore culturale di Internet for Peace, ridimensionato ad una mera campagna di marketing per il giornale. Ma non sarebbe esatto dire che i due autori hanno aspettato l’annuncio di Oslo per dire la loro: Mirko Pallera e Max Cavazzini in passato si erano già espressi con gli stessi toni e gli stessi argomenti. C’è una coerenza in loro che non offusca il tempismo. Avrei poco da aggiungere: le loro sono opinioni, non mi fanno piacere naturalmente, ma ciascuno può pensarla come crede. La Rete è piena dei materiali prodotti in dieci mesi di campagna: ciascuno può guardarsi il video di Negroponte, leggere la lettera di Yoani Sanchez, seguire l’impegno di Shirin Ebadi, e giudicare l’autenticità della campagna fatta.
I due post però hanno chiamato in causa anche i lettori di Wired che hanno aderito alla campagna, ingenuamente, secondo Pallera e Cavazzini. E su Twitter alcuni mi chiedono di rispondere ai fatti contestati. Lo faccio volentieri, provando ad essere esaustivo.
(continua a leggere sul sito di Wired)