Il “dossier” del Giornale è una mezza burla
Cinque articoli, tutti già pubblicati da altre testate, sulla famiglia di Emma Marcegaglia
Il Giornale oggi ha pubblicato il “dossier di quattro pagine” annunciato ieri sul presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Fedele Confalonieri era stato eloquente e sibillino, parlandone: «Feltri mi ha detto di non avere alcun dossier contro la Marcegaglia. Sono proprio curioso di vedere come ha riempito tutte quelle colonne». E in effetti il dossier pubblicato oggi consta di undici articoli, tutti originariamente pubblicati su altre testate – Corriere, Stampa, Repubblica, l’Unità, l’Espresso e il Fatto – che raccontano le vicende e i guai con la giustizia della famiglia Marcegaglia. Come a dire: anche questo è dossieraggio?
È una cosa che sta a metà tra una burla e un messaggio più serio. Ne abbiamo discusso anche ieri: la distinzione tra il giornalismo e il cosiddetto dossieraggio non è immediata. I carabinieri che hanno perquisito le sedi del Giornale, in buona sostanza, cercavano delle notizie o degli archivi su Emma Marcegaglia: ed è molto difficile – e pericoloso – considerare illegittima la raccolta di informazioni e notizie all’interno della redazione di un giornale. Sarebbe bene quindi superare l’accusa di dossieraggio e concentrarsi invece su quella del ricatto, che poi è l’ipotesi di reato: la minaccia di ritorsioni come mezzo per far cambiare posizioni pubbliche a una persona che occupa un incarico influente come Emma Marcegaglia.
I giornali di oggi forniscono qualche altro elemento sulla storia. Intanto c’è la versione di Confalonieri, che Emma Marcegaglia ha chiamato preoccupata dalla telefonata di Porro. La presidente di Confindustria aveva detto ai pm che Confalonieri le disse «di aver parlato con Feltri e che era tutto a posto. Il Giornale avrebbe desistito». Feltri aveva fornito una versione differente, dicendo che «Confalonieri non ha esercitato pressioni. La telefonata era volta solo ad avere informazioni». Ieri Confalonieri ha dato ragione a Feltri – «L’unica versione autentica dei fatti che mi riguardano è quella descritta da Vittorio Feltri» – e ha detto che quando lo ha chiamato, Emma Marcegaglia era tesa «ma non allarmata».
La presidente di Confindustria oggi è intervistata dal Corriere della Sera, e fornisce la sua versione dei fatti. Dice due cose interessanti. La prima quando Aldo Cazzullo le chiede perché non si è rivolta alla magistratura, nel momento in cui si è sentita minacciata, invece di telefonare a Confalonieri.
«Perché non mi sembrava una questione di tale gravità da avere rilievo penale. E spero sinceramente che la magistratura possa giungere alla stessa conclusione. Così come spero che tutti quanti abbassino la violenza del linguaggio»
La seconda arriva qualche riga dopo, quando però Marcegaglia dice che «il tono della telefonata ricevuta dal mio capufficio stampa mi aveva infastidita e allarmata».