Ci voleva un perito calligrafico?
Con tutta la presunzione d'innocenza del mondo, le firme della lista Formigoni contestate dai radicali come vi sembrano?
Nel corso di una conferenza stampa oggi Marco Cappato e i Radicali della Lombardia sono tornati a contestare la regolarità della lista Formigoni alle scorse elezioni regionali lombarde: la lista – già esclusa e poi riammessa per irregolarità nella raccolta delle firme – aveva permesso la rielezione di Roberto Formigoni a governatore della Lombardia per il suo quarto mandato (a sua volta contestato perché forse in violazione della legge che pone il limite a due mandati).
Oggi i Radicali hanno annunciato di avere fatto esaminare la documentazione di presentazione della lista Formigoni a un perito calligrafico che avrebbe trovato almeno 350 firme a suo dire false perché riconducibili a uno stesso autore. Uno dei documenti mostrati dai radicali è online qui, e la somiglianza di scrittura tra molte firme successive salta agli occhi anche a un occhio profano alle analisi calligrafiche.
Roberto Formigoni ha risposto così alle contestazioni:
«È la solita iniziativa propagandistica dei radicali, ai quali non intendo fornire alcuna eco. Facciano la querela che hanno minacciato e risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà»
Emma Bonino ha a sua volta risposto a Formigoni, altrettanto severamente:
«Formigoni lasci perdere il suo tono da lesa maestà e la sua impudente, quanto imprudente, chiamata in causa della volontà popolare. Purtroppo per lui in democrazia ci sono delle regole e in paesi dove lo stato di diritto non è ancora ridotto a putrescenza chi non le rispetta abitualmente ne paga le conseguenze. Quanto alla forma, non abbiamo chiesto una perizia calligrafica al primo che passa ma ad un esperto riconosciuto dal Tribunale di Milano. Suggerirei dunque a Formigoni di usare un po’ di cautela nel difendere la veridicità di quelle firme. Le pubblicheremo interamente, e lui avrà tutta la libertà di chiedere contro-perizie. Ma francamente riteniamo che gli elettori lombardi possano farsi un’idea da soli visitando i siti che hanno pubblicato un campione dei moduli compilati: anche ad occhi inesperti la falsificazione è più che evidente»