Oggi si vota anche in Bosnia
Le elezioni di oggi potrebbero riaccendere le tensioni tra i gruppi etnici del paese
A quindici anni dalla fine della guerra civile, la Bosnia è chiamata a un voto che potrebbe rinnovare le tensioni fra i suoi gruppi etnici. Lo stato è suddiviso in una repubblica di etnia serba e una federazione croata-islamica, governate da alcune deboli istituzioni centrali. Oggi si vota per il rinnovo del parlamento e degli organi rappresentativi locali e per eleggere i membri della presidenza, che sono tre e rappresentano ognuno una diversa etnia.
La campagna elettorale è stata dominata dalla retorica nazionalista dei tre gruppi etnici principali: musulmani, croati e serbi. Il candidato alla presidenza appartenente al gruppo etnico serbo, Milorad Dodik, ha manifestato più volte la sua intenzione di dividere ulteriormente la Bosnia, soprattutto in seguito alla secessione del Kosovo dalla Serbia nel 2008.
La comunità internazionale chiede a Sarajevo di ridurre l’autonomia delle regioni e darsi un forte governo centrale, così da rimanere ancorato all’Europa. I serbi non vogliono cedere i loro poteri, però, e per questo il membro islamico della presidenza, Haris Silajdzic, li ha accusati di essere un ostacolo verso le riforme e il progresso del paese.
La Bosnia è stata colpita duramente dalla crisi economica degli ultimi anni e a luglio la disoccupazione ha raggiunto il 43 per cento. Se queste elezioni dovessero davvero sancire il ritorno delle tensioni etniche, per il governo sarebbe ancora più difficile concentrarsi sulle riforme politiche ed economiche di cui il paese ha bisogno. E da cui dipendono anche le sue possibilità di entrare a far parte dell’Unione Europea e della Nato.