Chi ha oscurato i mondiali su Al Jazeera?
Durante la Coppa del Mondo diverse partite avevano avuto interferenze, e si era pensato a un sabotaggio
Durante gli scorsi mondiali di calcio in Sudafrica, diverse partite mandate in onda dalla rete televisiva araba Al Jazeera hanno riscontrato problemi che le rendevano impossibili da seguire. L’incontro inaugurale tra Sudafrica e Messico e altri sette tra i match più importanti sono stati rovinati da interferenze, oscuramenti e da ben più bizzarri cambiamenti “spontanei” della lingua della telecronaca.
La cosa aveva comprensibilmente acceso le proteste degli spettatori, che qualche volta hanno rischiato di diventare anche piuttosto violente. Le ragioni dei problemi di fatto ancora oggi non sono note, e durante l’estate non poche persone, tra cui gli stessi dirigenti di rete, hanno ipotizzato si trattasse di un sabotaggio ai danni di Al Jazeera, un network che ha parecchi nemici. Il Guardian ha ora ottenuto un documento riservato che indicherebbe la Giordania come luogo di provenienza dei segnali di disturbo.
Gli esperti dicono che le interferenze non potevano essere create senza che le autorità giordane ne fossero a conoscenza. «È un’azione molto sofisticata», ha dichiarato uno di loro. Le interferenze prevedono la trasmissione di segnali tv o radio che disturbino il segnale originale per impedirgli di essere ricevuto a terra. È illegale e vietato dai trattati internazionali.
Interpellato dal Guardian, un diplomatico giordano non ha voluto commentare la vicenda, limitandosi a chiedere più tempo per studiarne i dettagli. Lo stesso quotidiano britannico fa notare che Al Jazeera ha una linea editoriale filopalestinese e non è un segreto che i rapporti tra il network e i paesi più vicini a Israele — come Egitto e, appunto, Giordania — non siano buoni.
Al Jazeera aveva l’esclusiva sui diritti per le partite dei mondiali in diversi stati del Medioriente e dell’Africa settentrionale. Il pacchetto ad hoc pensato per gli spettatori costava 100 sterline e permetteva di vedere tutte le partite della competizione. Il re di Giordania Abdullah, appassionato di calcio, aveva trattato con Al Jazeera per ottenere condizioni migliori per i suoi cittadini, accordo che è però saltato alla vigilia dei mondiali. Secondo il re, la decisione della rete «non era dettata da motivi commerciali ma politici. Al Jazeera voleva punire i cittadini giordani, che hanno lo sport nel sangue».