Si può mangiare il cibo scaduto?
Elena Lisi sulla Stampa affronta l'eterna questione, dando qualche risposta
La questione è nota, ed è una di quelle su cui ognuno ha la sua verità: perché l’ha studiato, perché così diceva la nonna, perché così ha detto il suo amico che ha studiato e la nonna del suo amico, che la sapeva lunga. Si può mangiare il cibo scaduto? La domanda è troppo generica, andrebbe riformulata: quali cibi si possono mangiare anche dopo la data di scadenza, e per quanto tempo? Oggi Elena Lisi sulla Stampa prova a mettere un po’ d’ordine nella questione.
Prima le cifre ufficiali, incontrovertibili, tanto per inquadrare la questione: 8,2 milioni di litri di succhi di frutta, latte e bibite varie, tolti dal commercio; 2,3 milioni di barattoli di pelati, pasta, biscotti, yogurt, formaggio, carne in scatola e cibi confezionati sequestrati; 780 centri di produzione alimentare chiusi o pignorati.
Il bilancio – voluminoso – riguarda il lavoro, solo da gennaio a luglio, dei Nas, i carabinieri del nucleo antisofisticazione. Numeri che indicano quanto la tutela della salute pubblica stia a cuore alle forze dell’ordine e quanto alle singole persone la cura della propria. In agosto, all’istituto di ricerca Censis, oltre il 60% degli italiani aveva ammesso di chiedere spesso informazioni sulla qualità di ciò che mangia: secondo il ministero dell’Agricoltura, circa 800 chili di cibo all’anno a testa. Ai quali si sommano i 300 che finiscono nella spazzatura, perché marciti nel frigo o scaduti. Alimenti trasformati in sprechi che, al momento dell’acquisto, erano stati certamente esaminati dalla massaia e dal manager, dalla modella e dallo studente con un obiettivo: scovata la data di scadenza, accaparrarsi la confezione con quella più lontana. Ma sulla questione non tutti hanno le idee chiare.
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