Ed Miliband è il nuovo leader del Labour
Rimonta completata: Ed Miliband soffia per un pelo la leadership a suo fratello David
Ed Miliband è il nuovo leader del partito laburista britannico. Come annunciato nel corso del congresso del partito, a Manchester, l’ex ministro dell’energia ha sconfitto gli altri candidati, precedendo di un soffio suo fratello David, inizialmente accreditato delle maggiori possibilità di vittoria.
Avevano diritto di voto tutti i parlamentari e gli europarlamentari laburisti, gli iscritti del partito e delle organizzazioni a questo affiliate, come alcuni sindacati. Non tutti i voti però avevano lo stesso peso: le preferenze sono state suddivise in tre settori – parlamentari ed europarlamentari, iscritti al partito, iscritti a organizzazioni affiliate – e ognuna ha pesato per un terzo nel risultato finale, al di là del numero di voti che ha espresso. Per vincere serviva il consenso della maggioranza assoluta del partito, e per questo dopo il primo scrutinio si è andati avanti eliminando il candidato meno votato e distribuendo agli altri i suoi voti, sulla base delle indicazioni date in tal senso da ciascun elettore.
I primi tre scrutini hanno visto in vantaggio David Miliband, ma quando il ballottaggio ha ristretto la corsa a due soli candidati, i voti dei candidati minori si sono trasferiti in maggioranza su Ed Miliband, che ha conquistato la leadership con poco più del 50 per cento dei voti. Ed Miliband ha potuto contare su un grande appoggio da parte dei sindacati, forte al punto da permettergli da solo di compensare il suo grande svantaggio tra gli iscritti al partito e tra i parlamentari laburisti: per questa ragione, la prima critica dalla quale dovrà difendersi il nuovo segretario del Labour sarà proprio quella di essere in qualche modo etero-diretto.
Quarantunenne, Ed Miliband è stato per anni influente consigliere e speechwriter di Gordon Brown, poi deputato e poi ministro. Durante la campagna congressuale ha parlato di un Labour che ha perso il polso dei valori che dovrebbero appartenere a una forza progressista, elogiando i risultati dei tredici anni di governo ma criticando alcune decisioni particolarmente delicate, come l’intervento militare in Iraq. Più vicino a Brown che a Blair, le sue posizioni si ponevano più o meno a metà tra quelle di suo fratello David e quelle degli altri candidati. Pensa che il partito debba riscoprire il radicalismo in alcune posizioni e riavvicinarsi ai sindacati, al mondo del volontariato e dell’associazionismo. Anche lui, come suo fratello David, crede che un terzo dei membri del governo ombra debbano essere donne. Pensa che l’impegno elettorale del Labour di dimezzare il debito in quattro anni possa essere un punto di partenza, migliorabile.