Cosa si sa della “patacca dei Caraibi”
L'elenco degli sviluppi di ieri, che confondono più che chiarire
Aggiornamento delle 9, 25: il Fatto di stamattina aggiunge al groviglio questa conversazione di ieri sera col ministro della giustizia di Saint Lucia, Lorenzo Rudolph Francis, firmatario della lettera sospettata di essere falsa.
Ministro Francis ha letto la lettera pubblicata dal Nacional e poi dalla stampa italiana, cosa ci dice al riguardo?
“La prossima settimana rilasceremo un comunicato ufficiale su questa materia”.
Ma quel documento è vero o falso?
“È vero”.
Quindi ha scritto lei il documento? Lei dice che è vero?
“Sì, sì, faremo un comunicato ufficiale la prossima settimana”.
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Come accade spesso in Italia, le vicende politico-giudiziarie si complicano, generano sottovicende, provocano domande invece che risposte e a un certo punto si perde il filo prima della questione principale e poi di tutte le altre. Dopo succede qualcos’altro, ci si distrae e nessuno spiega più niente e risposte manco a parlarne.
Sulla casa a Montecarlo che fu di Alleanza Nazionale siamo a buon punto di questo percorso: l’aggrovigliamento delle storie. Ecco cosa è successo ieri, una serie di nuove informazioni in cui non ce n’è una che abbia avuto sufficienti confermi o verifiche da poter essere data come certa.
– Il governo aveva diramato un comunicato ieri mattina negando che i servizi segreti siano coinvolti nella presunta falsificazione: “le voci e le congetture sono assolutamente false, diffamatorie e destituite da ogni fondamento”.
– I finiani dicono che ci sia una nuova prova che il documento “di Santa Lucia” che attribuisce la proprietà dell’appartamento a Giancarlo Tulliani è falso: la carta intestata su cui è stampato – ampiamente citata ieri perché è possibile scaricarla da internet – sarebbe diversa in alcuni dettagli da quella usata abitualmente dal governo di Santa Lucia. Il confronto è stato fatto da due giornalisti del Fatto che avrebbero parlato con la stamperia che produce i fogli.
– Ieri sera ad Annozero Italo Bocchino ha genericamente accusato Valter Lavitola, direttore del recentemente resuscitato quotidiano Avanti, di avere un ruolo nella presunta falsificazione: la notizia veniva contemporaneamente anticipata dal sito di Repubblica. Ma gli indizi a carico di Lavitola per ora non vanno oltre i suoi impegni in Sudamerica assieme al PresdelCons – a cui è di certo legato – e il suo passato di opportunismi politici. Scrive il Fatto.
Lavitola – che ha reagito annunciando possibili querele – è una vecchia conoscenza di casi giornalistici. Dal 1996 è editore dell’Avanti, il quotidiano del Partito socialista che nel gennaio del 1998 pubblicherà il falso dossier Demarcus per gettare fango su Stefania Ariosto. Neanche una settimana e lo stesso Demarcus finirà in prigione. Nel 2004 Lavitola si candida alle elezioni europee per Forza Italia dopo una lunga militanza, dal 1984, dentro il Partito Socialista Italiano. Nel 1996 rileva la storica testata del partito alla cui guida siederà per primo Sergio De Gregorio, quello stesso De Gregorio che, eletto nel 2006 nelle file dell’Italia dei Valori salterà la barricata per passare con l’opposizione.
– Bocchino, il Fatto e Repubblica citano un altro nome. Vittorugo Mangiavillani dell’agenzia di stampa il Velino (vicina alla maggioranza), che aveva scritto il 15 settembre di interessamenti dell’intelligence per la casa a Montecarlo. Non si vede esattamente il nesso causale tra svelare la notizia e far parte della trama per nasconderla , ma oggi Repubblica lo definisce – in un virgolettato anonimo – “pedina giornalistica dei servizi segreti e di manovre oscure e tossiche”. Il Corriere della Sera scrive che Mangiavillani ha avuto rapporti col Centroamerica in passato lavorando per Donatella Dini – moglie di Lamberto – quando lei aveva forti interessi economici in Costarica. Mangiavillani nega tutto e nega di essere mai stato nei paesi di cui si parla oggi.
– Sul Corriere si riferisce che Antonio Torres, il giornalista che ha pubblicato sul quotidiano El Nacional di Santo Domingo il documento che attribuisce a Tulliani la proprietà della società offshore che ha comprato la casa di Montecarlo, si dice convinto della sua autenticità. Però il giornale ha rimosso il documento dal sito, “per fare ulteriori verifiche”. E Torres dice che quel documento , la lettera del ministro di Santa Lucia, gliel’ha spedita un collega di Tegucigalpa in Honduras, Mario Sanchez. Sanchez lavora al “Congreso nacional” (il parlamento), dice il Corriere. Mario Sanchez conferma al Corriere che lui manda ai colleghi molte cose che gli passano per le mani ma non ricorda esattamente né quel documento né il nome di Tulliani. Ricostruzione che chiarisce meno di quel che complica.